Giro: Roglic prima maglia rosa sulla salita dove Magni scrisse la storia

Si difendono bene Nibali e Yates. Più staccati Miguel Angel Lopez e Tom Dumoulin, ma il risultato pesa di più sull’olandese

La Corsa Rosa è partita per la centoduesima volta, un secolo e dieci anni dopo la sua pioneristicaprima edizione. I ciclisti hanno percorso le strade di Bologna fino all'erta del santuario di San Luca. Un percorso dove la storia del giro si respira a piene narici. Il 2 giugno del 1950 Fiorenzo Magni, infatti, il Leone delle Fiandre, l'uomo che ebbe in sorte di nascere nella stessa generazione di Coppi e Bartali, scalò il San Luca, in una prova contro il cronometro come quella odierna, con una clavicola rotta: non potendo stringere il manubrio per il dolore, il suo meccanico, il 23enne Ernesto Colnago (che diventerà il padre dell'omonima celebre azienda) legò una garza al manubrio stesso che poi Magni strinse fra i denti per poter governare la bici e alleggerire il peso sulla clavicola.


Giro: Roglic prima maglia rosa sulla salita dove Magni scrisse la storia foto 1


Fiorenzo Magni e Ernesto Colnago – foto Twitter @giroditalia

Oggi, altro ciclismo, altre storie. Ma Primoz Roglic, oggi una piccola, tutta moderna impresa l'ha compiuta: è la prima maglia rosa di questo 102° Giro d'Italia. Il ciclista sloveno ha schiantato la concorrenza negli otto chilometri del cronoprologo di Bologna,concludendo in 12 minuti e 54 secondi, macinando l'asfalto non soltanto nei primi sei chilometridi pianura, terreno ideale per un cronoman come lui, ma anche nella temuta rampa finale dell'ascesa verso San Luca. Era il favorito e i pronostici sono stati rispettati. Ma Roglic è andato oltre le previsioni, infliggendo piùsecondi rispetto a quanto si poteva immaginare in una tappa cosìbreve ai più diretti avversari per la vittoria finale.

Il nostro Vincenzo Nibali si è comunque difeso con i denti, piazzandosi a 23 secondi dietro il nuovo leader della Corsa Rosa, dimostrando una buona condizione soprattutto nell'ascesa finale al santuario. Tra il gli altri papabili per il podio finale di Verona, appaiati, con un distacco di 28 secondi, Miguel Angel Lopez e Tom Dumoulin, numerialla mano, quasi tre secondi a chilometro da Roglic: ma si tratta di due risultati da leggere in maniera diversa. Buoni i segnali che arrivano dalla gamba di Angel Lopez, meno quelli da quella dell'olandeseche è un super specialista delle corse contro in tempo e che sul percorso in salita in particolare non ha mostrato la freschezza e la continuità di pedalata potente del passato. Insieme alla solidità confermata di Roglic, un Dumoulin non così competitivo è il primo responso, parzialissimo e da verificare, della Corsa Rosa.

Le previsioni meteo hanno concorso a sfalsare il climax abituale della corsa, che vuole in genere correre i migliori e risolversi la classifica nelle ultime fasi della tappa a cronometro. Quasi tutte le squadre hanno infatti deciso di far partire i propri capitani subito, temendo l'arrivo della pioggia nel tardo pomeriggio. Piove sui giusti e sugli iniqui, ma di più sui gregari, verrebbe da parafrasare. Solo Simon Yates ha scelto di partire più tardi, rischiando l'asfalto bagnato, ma potendo contare sul riferimento del risultato degli avversari: la pioggia non è poi arrivata e Yates potrebbe aver giocato una carta vincente. Al traguardo ha infattisoli 19 secondi di distacco da Roglic e conquista il secondo gradino del podio.

Domani tappa mossa, appenninica dove potremmo vedere i primi avventurieri che lasceranno il gruppo per tentare la fortuna. Si parte da Bologna e si arriva a Fucecchio, borgo adagiato sulPoggio Salamartano. La classifica uscita dal cronoprologo di Bologna è corta, ma non cortissima. Non è da escludere che qualche outsider possa tentare la scalata al primato rosa: a Roglic, tutto sommato potrebbe convenire non dover gestire la corsa già da queste prime battute. Chi si trova vicino ai trenta secondi di distacco, o qualcosa di più, ci potrebbe provare. E non sono pochi.

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