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Chi vince e chi perde a Bruxelles? Le previsioni di Formigli e Padellaro

26 Maggio 2019 - 13:09 Redazione
Matteo Salvini e Luigi Di Maio
Matteo Salvini e Luigi Di Maio
In occasione delle elezioni europee, Open ha intervistato Corrado Formigli e Antonio Padellaro per commentare gli scenari futuri dopo il voto di oggi

In vista delle elezioni europee Open ha intervistato Corrado Formigli e Antonio Padellaro per commentare gli scenari futuri dopo il voto di oggi. Formigli è conduttore e autore di Piazzapulita (La7), in passato ha lavorato con Mediaset, Rai e Sky, mentre Padellaro è editorialista de Il Fatto Quotidiano.

Le previsioni

Secondo Corrado Formigli la Lega di Matteo Salvini potrebbe raggiungere un 28-30% seguita dal Movimento Cinque Stelle al 24% e dal Pd tra il 20% e il 22%. «Vedo complicato il sorpasso di Zingaretti su Di Maio» ha spiegato il conduttore di Piazzapulita a Open. Un voto importante, quello delle europee 2019, che «avrà un riflesso molto importante sulla politica» del nostro Paese. «Mi sembra che i Cinque Stelle nell’ultimo mese abbiano fatto una campagna molto determinata e anche radicale nel tentativo di recuperare i voti in uscita verso la sinistra» ha aggiunto. Anche Padellaro è della stessa opinione: Lega al 30%, M5s al 24-25%, Pd al 21%, Forza Italia al 10% e la Meloni al 5%. «Prepariamoci a una polemica furibonda, non so se condotta da Di Maio o Salvini. Avremo chi dirà che i rapporti di forza sono cambiati dopo le europee e chi, invece, affermerà che il governo italiano è quello eletto il 4 marzo» ha spiegato l’editorialista del Fatto Quotidiano a Open. «Non ci sarà la crisi di governo, si andrà avanti con questa maggioranza. Salvini vorrà che una serie di proposte delle Lega andranno attuate con precedenza: flat tax e autonomie».

Le soglie

Sotto quale soglia si può parlare di sconfitta? Secondo Formigli la Lega potrà parlare di successo dal 30% in su: «In realtà sotto il 30% sarebbe comunque un ottimo successo, un’ottima affermazione dal momento che si tratterebbe di oltre 10 punti in più in un solo anno. Ma, visto che siamo abituati a vederli intorno al 34-36%, se ottenessero meno del 30%, significherebbe che hanno sbagliato qualcosa». Per il M5s, invece, si potrà parlare di successo dal 25% in su perché «è un partito che ha avuto molte difficoltà in questo ultimo anno». Un 25% che li «porterebbe quasi sicuramente sopra il Pd e molto vicino alla Lega». E per il Partito Democratico? «La soglia della soddisfazione per Zingaretti realisticamente dovrebbe essere il 21%, una soglia di soddisfazione per costruire qualcosa anche in futuro».

Scenari futuri

E se la Lega ottenesse risultati superiori al 30%? Per Formigli «Salvini farà di tutto per non allearsi con Berlusconi» perché questo «lo farebbe precipitare nella dimensione della vecchia politica». Anche con un 30% il Ministro dell’Interno potrebbe tentare di «tenere in piedi l’alleanza con i Cinque Stelle» chiedendo, però, «qualcosa di più», ad esempio «l’autonomia, il Tav e le grandi opere». E se la Lega superasse il 30%? «A quel punto entreremo in una zona ignota dove potrebbe accadere di tutto» ha concluso. Per Padellaro se la Lega «prendesse il 18%, avrebbe comunque un punto più delle politiche» ma, visto che le aspettative sono «ormai alte», anche se «prendesse il 25% verrebbe considerato un arretramento rispetto al boom». Sfida difficile anche per il M5s: «tutto quello che è sotto il 32%» potrebbe essere visto come un «segnale di arretramento». Vanno meglio Pd e Forza Italia: nel primo caso, «essendo abbastanza improbabile che vada sotto il 18%, due o tre punti in più potrebbero essere sbandierati da Zingaretti e Calenda come il ritorno sulla scena del Pd». Per Forza Italia, infine, il leader Silvio Berlusconi «ha fatto ancora una volta una specie di miracolo». «È uscito dall’ospedale, ha cominciato a fare campagna elettorale in prima persona, ha sostituito Tajani, incapace di muovere le folle, e con la sua apparizione tv è riuscito a fermare l’emorragia di Forza Italia arginando la Lega». Il Cavaliere, con il suo 10%, potrebbe «interessare Salvini qualora il vicepremier volesse riprendere l’idea di un’alleanza» ma probabilmente proverà a tenerlo «a distanza». E Fratelli d’Italia? «Bisogna capire se si propone come seconda forza del centro destra o se avrà un guadagno interessante rimanendo solo la ruota di scorta».

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