Chi è Alberto Cirio, il nuovo presidente della Regione Piemonte

Ha 46 anni e un passato nella Lega e un presente in Forza Italia. Con lui il Piemonte cambia “colore” e passa al centro-destra

Alberto Cirio è il nuovo presidente della Regione Piemonte con il 50% delle preferenze. Il candidato del centrodestra ha superato Sergio Chiamparino, governatore uscente del centrosinistra, che si è fermato al 35,2% e Giorgio Bertola del M5s con il 14%. Alberto Cirio, voluto dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ha 46 anni ed è laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino. Ha cominciato a fare politica nel 1995 quando si è candidato come consigliere comunale ad Alba, in provincia di Cuneo, per la Lega Nord. In quell’occasione risultò il primo dei non eletti ma subito dopo venne nominato vicesindaco.


Il passaggio dalla Lega a Forza Italia

Nel 2004 il passaggio dalla Lega Nord a Forza Italia di Silvio Berlusconi, a seguire la candidatura alle elezioni regionali del 2010, la nomina ad assessore all’Istruzione, Turismo e Sport nella Regione Piemonte e nel 2014 l’elezione a eurodeputato. Ora è il nuovo presidente della Regione Piemonte. Con lui il Piemonte – dove l’affluenza è stata del 63,34% – cambia “colore”, passando nelle mani del centro-destra. Il governatore uscente, Chiamparino, non è riuscito nella difficile impresa di fermare l’avanzata che ha contraddistinto tutto il nord e il centro Italia.


La battaglia per la Tav

Quando i risultati sono diventati praticamente ufficiali, il nuovo Governatore del Piemonte ha fatto subito capire quali sono le sue intenzioni rispetto al Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. L’opera – ha detto – «si farà senza se e senza ma, perché era nel programma del centro destra delle politiche dello scorso anno e ancor più c’è nel mio programma di governo della Regione Piemonte». «Tutti i candidati che hanno sostenuto la mia candidatura – ha concluso – hanno firmato un impegno molto chiaro per dire sì alle infrastrutture e sì alla Tav, perché troppo spesso in Italia siamo stati vittime dei singoli e delle minoranze e io non volevo ci fossero dubbi».

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