Treviso, bomba nella sede della Lega. Arrestato un anarchico

L’episodio risale all’agosto 2018, gli artificieri erano riusciti a sventare l’esplosione di un secondo ordigno

Finisce in manette un uomo vicino all’ala anarchico insurrezionalista colpevole, secondo gli inquirenti, di aver posizionato un ordigno, nel 2018, fuori dalla sede della Lega, a Treviso, nella zona industriale di Villorba.


Alla fine delle indagini, condotte dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia, è stato disposto un provvedimento di fermo convalidato dal gip di Brescia.


Si chiama Juan Antonio Sorroche Fernandez, 42 anni, spagnolo. Era latitante, perchè gravato da altri ordini di carcerazione della magistratura italiana. Dovrà rispondere dei reati di strage e attentato con finalità di
terrorismo. Il suo Dna è stato rinvenuto sull’ordigno.

L’episodio, di cui l’uomo è accusato, risale all’agosto 2018 quando un ordigno rudimentale era stato piazzato nei pressi della sede della Lega nella cittadina di Villorba, nel trevigiano. Dopo l’esplosione non furono registrati feriti.

Gli artificieri, giunti sul posto, avevano individuato anche un secondo ordigno inesploso e lo hanno disinnescato. Secondo fonti investigative, la prima “bomba carta”, esplosa, avrebbe dovuto richiamare l’attenzione.

La seconda, una pentola a pressione riempita con chiodi e un innesco a tensione, avrebbe potuto esplodere nel momento in cui qualcuno avesse fatto scattare il filo di nylon rasoterra cui l’ordigno era collegato.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, era intervenuto, via Twitter, su quanto accaduto: «Cercano di fermarci, ma violenti e delinquenti non ci fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima», aveva scritto.

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