L’app che monitora il ciclo è finanziata dagli anti-abortisti

L’app raccoglie dati sul ciclo mestruale e sui rapporti sessuali delle donne. Lo scopo ufficiale è quello di monitorare la propria fertilità, ma l’intento potrebbe essere un altro

Negli Stati Uniti la campagna anti-abortista passa dalle aule delle assemblee regionali alle app per cellulari. Si potrebbe riassumere così la rivelazione del quotidiano britannico The Guardian da cui emerge che la popolare FEMM, un’applicazione che si autodefinisce «per la fertilità», è finanziata in realtà da cattolici collegati a gruppi e politici anti-abortisti.


La rete di relazioni svelata dal The Guardian sembra puntare nella direzione di un intento anti-abortista, anche se l’accusa di diffondere messaggi pro-vita sembra basarsi principalmente sulla promozione di una strategia anti-concezionale che si basa sul monitoraggio della propria fertilità, considerato un metodo poco sicuro.


Ma i contatti e i collegamenti ci sono: prima di tutto a finanziare l’app sarebbe la Chiaroscuro Foundation, una onlus di proprietà di un ricco banchiere cattolico Sean Fieler, che in passato ha redarguito l’establishment repubblicano per non essere riuscito a bandire l’aborto e le associazioni abortiste negli Stati Uniti.

Rimproveri che sembrano fuori luogo in un momento storico in cui diversi Stati, principalmente del Sud del Paese, come l’Alabama e la Georgia, hanno passato una serie di restrizioni sul diritto di aborto, ufficialmente de-criminalizzato dalla Corte Suprema con il caso Roe vs. Wade del 1973, che permette l’aborto fino alla 24esima settimana di vita del feto.

Ma, oltre alle accuse che riguardano i presunti secondo fini dell’app – respinti dalla compagnia – ci sono anche dubbi a riguardo allo staff medico a cui l’app consiglia di rivolgersi. Secondo il quotidiano, due dei consiglieri medici, legati a un’università cattolica nel Cile, non avrebbero la licenza per praticare medicina negli Stati Uniti.

FEMM App / Una schermata dell’applicazione

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