Migranti, la Procura dissequestra la Sea Watch. Salvini: «Pm buonisti. Ora mi indagano?»

La nave fu al centro di un braccio di ferro fra magistratura e governo dopo lo sbarco a Lampedusa di 47 migranti

Conclusi accertamenti e perquisizioni, il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero, Cecilia Baravelli, hanno firmato il decreto di dissequestro della nave Sea Watch, l’imbarcazione al centro di un braccio di ferro fra la magistratura e il governo dopo lo sbarco a Lampedusa, il 18 maggio scorso, di 47 migranti salvati in acque libiche.


La nave della Ong è rimasta ferma in porto a Licata fino ad oggi, primo giugno, quando i pm hanno ritenuto di non avere più esigenza di raccogliere prove a bordo.


La reazione di Salvini

«Continua la politica buonista di alcune procure: dopo Firenze anche Agrigento. Non mi stupirebbe l’apertura di un procedimento penale a mio carico da parte del tribunale dei ministri di Catania». Sono le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo il dissequestro della Sea Watch 3 e alle recenti decisioni sul decreto Sicurezza.

L’annuncio della Ong

A rendere noto il dissequestro, la stessa Ong tramite un post su twitter: «La Sea Watch è libera! Abbiamo ricevuto la notifica del dissequestro e della conseguente restituzione della nave». La nave può dunque lasciare il porto di Licata.

Il caso

La Sea Watch è stata sottoposta a fermo da parte dell’autorità giudiziaria il 19 maggio scorso dopo lo sbarco di 47 migranti a Lampedusa. L’unica persona iscritta nel registro degli indagati per questa inchiesta – aperta e coordinata dalla procura di Agrigento – il comandante della nave della ong tedesca (battente bandiera olandese) Arturo Centore al quale viene contestato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La Sea Watch 3 è stata infatti sequestrata per presunta «violazione dell’articolo 12 del testo unico dell’Immigrazione» che disciplina il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La nave era stata portata al porto di Licata dove era a disposizione della Procura.

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