L’ultimatum di Salvini sulla flat tax: «O si fa o si muore»

Secondo il vicepremier, la ripresa dell’Italia passa da una riduzione drastica delle tasse. Il M5s non era d’accordo, ma le perplessità ora sembrano superate

La flat tax? «O si fa o si muore», dice Matteo Salvini, chiamato a inaugurare un tratto dell’autostrada Pedemontana. «O si tagliano le tasse a chi produce oppure il debito esplode – dice il vicepremier – andremo a dirlo ai commissari europei e su questo il presidente del Consiglio ha pieno mandato. Se la gente non lavora il debito cresce, se lavora paga le tasse e il debito scende».


«O si fa o si muore», quindi. Una frase che vale tanto per i destini dell’Italia, sempre più paralizzata da un debito pubblico imponente (il quarto al mondo) e da una crescita sterile, quanto per la tenuta del Governo, sul quale proprio oggi, 3 giugno, si esprimerà il premier Conte.


Negli ultimi tempi la posizione del M5s sulla flat tax sembra essersi ammorbidita: il Movimento guidato da Luigi Di Maio era scettico tanto sull’idea di una tassazione piatta (al 15%) non proporzionale alla ricchezza dei contribuenti, quanto sulla sostenibilità dei conti. Perplessità che sembrano essere state accantonate, con l’ok all’approvazione della misura in deficit. Con costi tutt’altro che bassi.

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