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«Eri in casa quando è stata uccisa Meredith?» La risposta stizzita di Amanda Knox – Il video

15 Giugno 2019 - 18:03 Felice Florio
«L'ho già detto mille volte e mi dispiace che mi venga chiesto ancora», ha risposto alla domanda della moderatrice

Nonostante le polemiche da parte della stampa e dell’avvocato della famiglia Kercher, il quale ha definito inopportuna la partecipazione di Amanda Knox a una conferenza sull’omicidio della giovane studentessa britannica, l’incontro a Modena con avvocati penalisti e cittadini è filato liscio. L’americana, accusata dell’omicidio insieme a Raffaele Sollecito e poi assolta dalla Corte di Cassazione, non tornava in Italia da otto anni. «Ho paura di essere qui, ho paura di essere derisa o peggio molestata – ha detto all’inizio del suo discorso – le persone pensano ancora che sia pazza, drogata e assassina». Knox ha evitato ogni contatto con i giornalisti, ha aspettato in una sala sotterranea del Forum Monzani di Modena ed è apparsa sul palco con mezz’ora di ritardo. Riserbo assoluto anche alla fine dell’evento sul “processo mediatico”, durato poco meno di tre ore. L’unico momento di tensione c’è stato durante il botta e risposta con la moderatrice Raffaella Calandra, giornalista di Radio 24.

Quando è stato chiesto a Knox sela notte dell’omicidio si trovasse nella casa che condivideva con Meredith Kercher, l’americana si è indispettita e ha risposto: «L’ho già detto mille volte e mi dispiace che mi venga chiesto ancora. Io e Raffaele non eravamo in quella casa. Mi dispiace che mi venga chiesto ogni volta perché significa che la mia risposta non conta». In realtà, come ha fatto notare Calandra, è la stessa sentenza di assoluzione della Cassazione a non escludere la presenza di Knox e Sollecito in casa, la notte del delitto. Ad ogni modo, dalla platea è partito un forte applauso di sostegno alla Knox. Gli interventi successivi degli avvocati hanno sottolineato come la categoria debba pretendere il principio del garantismo, rivendicando come Knox vada tutelata perché innocente, «fino a prova contraria».

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