La Camera vota la fiducia sul decreto Crescita. Mediazione sull’Ilva

Il provvedimento passa al Senato: c’è una settimana di tempo per la conversione in legge

La Camera ha votato a favore della fiducia posta dal governo sul decreto Crescita con 288 voti favorevoli, 181 contrari e 3 astenuti. Ora c’è solo una settimana di tempo per la conversione in legge del decreto: per questo, probabilmente, il governo porrà la questione di fiducia anche al Senato.


Ma le tensioni nell’esecutivo su questo provvedimento, esplicitate ieri secondo molti osservatori con il ritorno del testo nelle commissioni Finanza e Bilancio, continuano. In particolare sull’eliminazione dello scudo fiscale per le società che operano nell’area ex-Ilva. Si tratta della parte del decreto Crescita che limita al 6 settembre 2019 l’immunità penale (sull’attuazione del piano ambientale) per proprietari e amministratori dello stabilimento tarantino.


Dopo il voto di fiducia alla Camera, i deputati hanno votato una serie di ordini del giorno e poi, il voto finale. L’addio all’immunità penale resta confermato, ma parallelamente è stato inserito anche un ordine del giorno che impegna il governo a intervenire immediatamente qualora dovessero sorgere problemi occupazionali all’Ilva. La mediazione tra Lega e 5 Stelle è servita.

Sulla facciata della direzione dello stabilimento siderurgico di Taranto non c’è più la scritta Ilva ma compare il logo ArcelorMittal, Taranto, 8 novembre 2018

Lunedì il vice-premier Di Maio dovrebbe essere a Taranto per partecipare al tavolo istituzionale con i ministri Costa e Grillo e le associazioni aderenti al Piano Taranto (piattaforma che chiede la chiusura dello stabilimento siderurgico, la bonifica del sito con il reimpiego degli operai e la riconversione economica del territorio).

Su questo è intervenuto anche l’altro vice-premier Salvini: «La tutela dell’ambiente è fondamentale, se penso all’Ilva è fondamentale tutelare la salute di bimbi, mamme e lavoratori però, se c’è un imprenditore che mette sul piatto centinaia di milioni di euro per riportare a norma uno stabilimento non puoi complicargli la vita, dovresti agevolarlo e devi dirgli grazie».

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