L’Africa occidentale accelera sulla moneta unica: come funzionano le regole in stile “euro”

I 15 stati membri della comunità economica dell’Africa occidentale puntano a un’unità monetaria

Una moneta unica per quindici Paesi dell’Africa occidentale. È questo l’obiettivo che gli Stati membri dell’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, si sta apprestando a raggiungere entro il 2020.


Un progetto ambizioso nato due decenni fa, quando nel 1999 i capi di Stato dell’Africa occidentale presero la decisione di adottare una moneta unica durante un summit di Ecowas, a Lome, nel Togo.


All’epoca esisteva già un’unione monetaria degli stati francofoni dell’Africa occidentale per facilitare l’integrazione economica tra i paesi che usano il franco CFA come loro moneta.

Addio al CFA?

Per accelerare la convergenza macroeconomica necessaria per una moneta unica in tutta la subregione, sei capi di stato anglofoni si sono incontrati ad Accra, Ghana nel 2000 e hanno concordato di creare una seconda zona monetaria per i Paesi anglofoni, con l’obiettivo ultimo di fondersi con i Paesi francofoni.

L’obiettivo è di creare un’unione monetaria unica e armonizzata per tutta l’Africa occidentale entro il 2004. Un progetto la cui nuova scadenza è stata ora fissata per il 2020.

Martedì scorso i ministri delle finanze e i governatori delle relative banche centrali si sono incontrati per discutere alcune questioni tecniche per la creazione, entro il prossimo anno, di un’unione monetaria tra i 15 stati membri della comunità economica dell’Africa occidentale.

«A livello ministeriale, abbiamo stabilito un percorso per l’implementazione di una nuova moneta», ha dichiarato il ministro delle Finanze dalla Costa d’Avorio, Adam Kone.

La Costa d’Avorio è tra i sette Paesi francofoni che condividono già il franco CFA, tanto contestato dal Movimento 5 stelle. Una polemica che nei mesi passati aveva fatto alzare la tensione tra Francia e Italia tanto da portare, dopo la visita di Di Maio ai gilet gialli, al richiamo dell’ambasciatore francese da Roma.

Tuttavia, le condizioni di convergenza sono ritenute il principale ostacolo del programma della moneta unica.

I criteri

Per attuare la moneta unica, l’ente economico regionale ha stabilito alcune condizioni. Innanzitutto, richiede a tutti i Paesi di ottenere un’inflazione stabile sul 5% o meno.

Pil e inflazione

In Ghana, i dati mostrano che l’inflazione media annua tra il 2000 e il 2016 era stata del 16,92%. Negli ultimi semestri si sono però registrati oscillamenti positivi con un’inflazione in progressivo calo: a marzo 2019 si è fermata al 9,3%.

La Nigeria, la più grande economia della regione, ha registrato un’inflazione media dell’11,92% tra il 2003 e il 2016, un tasso che supera di gran lunga il 5%. Ma negli ultimi due anni l’inflazione è passata dal 16,1% del 2017 all’ 11,6% del luglio 2018. 

Inoltre, i paesi dell’Africa occidentale sono importatori netti, anche di cibo. La Nigeria, ad esempio, spende annualmente 6,5 miliardi di dollari per le importazioni alimentari.

In secondo luogo, l’ente economico regionale impone a tutti i paesi membri di raggiungere un rapporto deficit / PIL del 4% o inferiore prima che venga lanciata la moneta unica.

In altre parole, le carenze di bilancio dovrebbero essere pari o inferiori al 4% del valore totale di mercato di tutti i beni e servizi prodotti nei rispettivi Paesi membri.

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