Clima ed economia, gli effetti del riscaldamento globale: come ha inciso nel divario tra ricchi e poveri

Nuovi modelli suggeriscono un collegamento tra cambiamenti climatici e aumento delle disuguaglianze

Nell’ultimo mezzo secolo le diseguaglianze nella crescita economica tra i paesi del Mondo potrebbero essere state condizionate dal Riscaldamento globale e dai conseguenti cambiamenti climatici. Le nostre emissioni possono davvero aver giocato un ruolo? Sappiamo già che esistono frequenti conferme del fenomeno e del suo collegamento con l’attività industriale, almeno fin dal 1850. Ma esistono anche studi che cercano di capire in che modo i cambiamenti climatici potrebbero influire sul divario tra paesi ricchi e poveri. 


Cosa c’entra il clima con l’economia? 

Il clima gioca un ruolo importante sulla crescita economica. Generalizzando parecchio, potremmo dire che il divario si focalizza soprattutto tra paesi caldi sempre più poveri e freddi sempre più ricchi. Tutto questo emerge analizzando da una parte l’uso di combustibili fossili, dall’altra le disparità storiche di consumo energetico. Ci si chiede quindi se ridurre le emissioni e investire su fonti rinnovabili possa anche dare benefici in termini di sviluppo e di un più ampio accesso all’energia. La stessa domanda se la sono posti due professori dell’Università di Stanford, Noah S. Diffenbaugh e Marshall Burke, pubblicando sull’organo dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) una ricerca, la quale sembra confermare quella che per molti continua a sembrare un’utopia, mentre per altri è fonte di ispirazione nel cercare di stilare delle ricette contro il Riscaldamento globale.


Il problema dell’accesso alle risorse fossili

Nel loro studio i ricercatori esaminano i modelli climatici, le fluttuazioni storiche della temperatura e della crescita economica nel Mondo. Di seguito fanno dei calcoli probabilistici, ritenendo di trovare un collegamento tra cambiamenti climatici e disuguaglianze economiche tra paesi. Le disuguaglianze tra i paesi sono mediamente diminuite nell’ultimo mezzo secolo, mentre questa tendenza secondo i ricercatori sarebbe stata rallentata dai cambiamenti climatici, con una probabilità superiore al 90%. Non sembra però che venga presa in considerazione l’idea che l’attività industriale in sé possa giocare un ruolo, presumendo quindi che una economia con basso impatto ambientale e la produzione di energie rinnovabili diminuisca anche le disuguaglianze. Questo però non è oggetto dello studio e le probabilità calcolate sembrerebbero surrogate a questa premessa. Ma i ricercatori seguono un ragionamento che si focalizza proprio sulle modalità con cui certi paesi sono svantaggiati rispetto ad altri nell’accedere alle risorse fossili. «I nostri risultati mostrano che, oltre a non condividere equamente i benefici diretti dell’uso di combustibili fossili, molti paesi poveri sono stati significativamente danneggiati dal riscaldamento derivante dal consumo di energia dei paesi ricchi».

I costi degli impatti ambientali

Ma i cambiamenti climatici hanno comportato nell’ultimo decennio anche dei danni all’agricoltura, alla salute umana e agli ecosistemi. Tutto questo comporta dei costi e un impatto sulle economie dei paesi più o meno esposti, a seconda dell’area geografica. «La quantificazione di questi impatti storici è fondamentale per comprendere i costi ei benefici del riscaldamento globale e per progettare e valutare le misure di mitigazione del clima e di adattamento». Possiamo quindi unire alle proiezioni sull’andamento del Riscaldamento globale anche quelle sulla ricchezza dei paesi, generalmente misurata in Pil (Prodotto interno lordo), per generare modelli utili non solo ai climatologi, ma anche a economisti e politici. Per quanto vi sia ancora un certo livello di incertezza nel correlare i cambiamenti climatici con gli andamenti economici, sembra piuttosto evidente che i paesi più attivi nell’incrementare il fenomeno siano quelli ricchi o emergenti, mentre i paesi poveri ne stanno pagando maggiormente l’impatto.

Foto di copertina: NASA/Weather, global warming, and climate change.

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