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Il direttore della Galleria delle Marche lascia e va a Vienna – L’intervista

25 Giugno 2019 - 15:27 Fabio Giuffrida
«Certo che mi dispiace lasciare l'Italia, i miei figli piangono. Ma io non cercavo il posto fisso, volevo fare solo il mio lavoro»

Si chiama Peter Aufreiter, è il direttore della Galleria Nazionale delle Marche e a novembre, a fine mandato, lascerà il suo incarico per tornare a Vienna.

Dal 2020 sarà il nuovo direttore del Technischen Museums, ovvero il Museo della Tecnica di Vienna. Un addio sofferto: «Con la nuova riforma Bonisoli non c’era più niente di sicuro. Poteva succedere che tra quattro mesi rimanessi senza lavoro. E se il ministro non mi avesse più rinnovato il contratto? Non potevo permettermelo, ho anche una famiglia e così mi sono guardato attorno, ho fatto diversi colloqui e alla fine ho vinto un bando a Vienna (sbaragliando la concorrenza di 21 candidati, ndr)» ha dichiarato Aufreiter a Open.

La polemica

«Tante persone in Italia pensano che i musei debbano essere gestiti da italiani, che non c’è bisogno degli stranieri, lo ha detto lo stesso ministro» ha aggiunto Aufreiter a cui in realtà il Ministero per i beni e le attività culturali appena dieci giorni aveva chiesto se volesse proseguire nell’incarico. «Troppo tardi. Comunque mi hanno scritto che la nuova riforma prevede cambiamenti, che dunque avrei rischiato di non rimanere qui per tutti e quattro gli anni. Quindi la decisione di accettare l’incarico a Vienna».

Il piano Bonisoli non convince il direttore della Galleria

A spaventare il direttore della Galleria delle Marche è il nuovo piano Bonisoli, che prevede una razionalizzazione della spesa, la cancellazione di sovrapposizioni, duplicati e funzioni doppie e che potrebbe portare a un nuovo accentramento superando, di fatto, le autonomie previste invece dalla riforma Franceschini. «Non penso di essere la persona giusta, non potrei lavorare più come so fare. I musei hanno bisogno di autonomia, non posso aspettare Roma per prendere ogni decisione» ha spiegato.

Anche in questi anni, a dire il vero, non è stato tutto semplicissimo: «I progetti che ho fatto qui in quattro anni, in altri musei li avrei realizzati in meno tempo. C’è mancanza di personale amministrativo».

Visitatori aumentati e incassi raddoppiati

Nonostante tutto, Peter Aufreiter ha organizzato «venti mostre oltre a tutta la preparazione dell’anno di Raffaello» (il quinto centenario della morte di Raffaello cade nel 2020, ndr) con i visitatori che sono «aumentati del 20% e gli incassi raddoppiati nonostante il terremoto».

Il manager austriaco andrà via con tanta amarezza: «Certo che mi dispiace lasciare l’Italia, i miei figli piangono e mia moglie è italiana. Ma io non cercavo il posto fisso, volevo fare solo il mio lavoro».

Foto copertina: Peter Aufieter. Da ilducato.it

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