Restituita la scorta a Capitano Ultimo, l’uomo che arrestò Totò Riina

La scorta gli era stata revocata il giorno dell’anniversario della morte di Carlo Alberto dalla Chiesa. Adesso il Tar del Lazio ha ripristinato la protezione

Un’impresa, quella di arrestare il boss di Cosa Nostra in pieno giorno a Palermo, che ha permesso allo Stato di infliggere un duro colpo al crimine organizzato. Un’impresa, quella del carabiniere Sergio De Caprio, che però è diventata una sentenza di morte emessa dalla mafia: si dice che il killer Leoluca Bagarella abbia offerto un miliardo di lire per avere informazioni su “Capitano Ultimo“. Il 25 giugno si apprende la notizia che il Tar del Lazio ha accolto la tesi difensiva degli avvocati di De Caprio, ripristinando la scorta perché il militare corre ancora seri pericoli. I giudici hanno attestato che non c’è stata «una valutazione approfondita della situazione di rischio».


L’avvocato del Capitano

«La revoca – commenta la sentenza l’avvocato Antonino Galletti – è stata frettolosa e non motivata in modo approfondito e ha esposto il colonnello Sergio De Caprio a gravi rischi che, fortunatamente, i magistrati amministrativi hanno scongiurato prima in sede cautelare con l’ordinanza di sospensiva e ora definitivamente nel merito con la sentenza».


La revoca della protezione

Il 15 gennaio 1993 l’ufficiale mise le manette intorno ai polsi del “capo dei capi”. Il 31 luglio 2018 il Comando operativo di vertice interforze ha deciso di revocare la scorta a De Caprio, a partire dal 3 settembre successivo. «I peggiori sono sempre quelli che rimangono alla finestra a guardare come andrà a finire – aveva scritto Capitano Ultimo in un tweet dopo aver appreso della decisione -. Sempre tutti uniti contro la mafia di Riina e Bagarella. No abbandono, no omertà, no mobbing di Stato».

Il post di Rita dalla Chiesa

«In questo foglio si legge che, dal 3 settembre, verrà tolta la scorta al Capitano Ultimo. A colui che arrestò Totò Riina. Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre. Ministro Matteo Salvini lei sa di questa aberrante decisione? La scorta a Saviano sì, e a Capitano Ultimo no?», ha commentato la giornalista Rita dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso dalla mafia.

La posizione di Salvini

Anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini era intervenuto sulla decisione del vertice. Si era smarcato poiché: «Il ministro dell’Interno non può intervenire direttamente sull’assegnazione del personale di scorta. Per quanto riguarda la vicenda del Capitano Ultimo, protagonista di brillanti e celebri operazioni, la notizia non mi ha lasciato indifferente». E aveva aggiunto: «Nel rispetto del lavoro e della professionalità di tutti, chiederò informazioni per capirne di più. Sicuramente una riduzione dei quasi 600 dispositivi di scorta, record a livello europeo, sarà necessaria per recuperare almeno una parte dei duemila uomini delle forze dell’ordine quotidianamente impegnati in questi servizi. Servizi spesso motivati, altre volte no».

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