La filosofia anti-sprechi della stilista Stella McCartney: «Lavo poco i vestiti per rispettare l’ambiente»

Stilista di successo e attivista su temi ambientali, la figlia del Beatle Sir Paul McCartney cerca la via della sostenibilità in una dell’industrie già inquinanti al mondo

Luci LED, carta e legno sostenibile, negozi illuminati dall’energia eolica. Sono soltanto alcune delle caratteristiche che contraddistinguono la casa di moda di Stella McCartney, nota designer e attivista ambientale che ha fatto del suo credo – e di quello dei suoi genitori – parte integrante della sua professione e della sua vita privata, come ha raccontato in una recente intervista al Guardian.


Sia Sir Paul McCartney dei Beatles, il gruppo rock di Liverpool che nel dopoguerra ha stravolto il mondo della musica, e soprattutto sua moglie Linda McCartney, fotografa e attivista, morta precocemente di un tumore al seno, hanno tramandato la fede nel vegetarianismo e l’ambientalismo a loro figlia. I risultati si vedono: niente pellicce, niente pelle, niente Pvc.


Ma anche nella vita privata. Rispondendo a una delle domande della giornalista del quotidiano britannico sull’utilità delle lavanderie, Stella risponde, ridacchiando, che lavorando a Savile Row, principale quartiere sartoriale di Londra, ha imparato che i vestiti vanno soltanto lavati a secco e che, come regola generale, vanno lavati il meno possibile.

Lezione che lei stessa ha cercato di mettere in pratica nella sua vita privata: «Non cambierei reggiseno tutti i giorni e in generale non butto i vestiti in lavatrice soltanto perché li ho indossati. Sono una persona molto igienica, ma non sono amante delle lavanderie o dei lavaggi dei vestiti in generale».

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