Omicidio Ragusa, la Cassazione conferma 20 anni per il marito Antonio Logli

I parenti: «Giustizia è fatta». Rigettato il ricorso della difesa

La Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 20 anni di carcere per Antonio Logli, accusato dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Roberta Ragusa. La Cassazione ha considerato inammissibile il ricorso della difesa, confermando la sentenza emessa nel maggio 2018 dalla Corte d’Assise di Firenze. Logli, dopo la sentenza ha dichiarato: «Non è giusto, non ho fatto niente, non capisco perché». L’uomo verrà trasferito nel carcere di Pisa. 


I parenti di Roberta Ragusa sono scoppiati in lacrime alla lettura della sentenza: «Finalmente si smetterà di dire che mia cugina era in giro a divertirsi. Mia cugina è morta, lo ha detto anche la Cassazione. Giustizia è fatta», ha commentato la cugina Maria Ragusa.


Le tappe della vicenda

Roberta Ragusa scompare dalla sua casa a Dello, nella frazione del comune di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012. La donna gestiva con il marito Antonio Logli una scuola guida. Dal momento della scomparsa le indagini si sono subito concentrate sul marito, che sosteneva che la donna si fosse allontanata volontariamente. 

Dopo anni di indagini gli inquirenti avanzarono la tesi che Roberta Ragusa venne uccisa dal marito dopo un litigio, dopo aver scoperto che Logli aveva un’amante – sua attuale compagna – Sara Calzolaio. 

A due mesi dalla scomparsa della donna Logli viene inserito nel registro degli indagati. Due anni dopo all’uomo vengono contestati i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Antonio Logli, in primo grado con rito abbreviato, venne condannato a 20 anni di carcere nel 2016. La sentenza venne confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze nel maggio 2018. Oggi, 10 luglio 2019, l’ultimo capitolo in Cassazione, con il ricorso di Logli respinto.

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