Carabiniere ucciso, ecco le telecamere che dovrebbero aver ripreso tutto (ma c’è un buco di 28 minuti) – Il video

Nessun sistema di videosorveglianza, dicono gli inquirenti, ha ripreso la colluttazione tra Elder e Mario Cerciello Rega e tra Natale Hjort e l’altro carabiniere, Andrea Varriale, né le 11 coltellate che hanno ucciso il vicebrigadiere

Continuano le indagini su quanto accaduto nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma, per fare luce sula morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega e sul coinvolgimento dei due ragazzi americani accusati l’uno – Finnegan Lee Elder – dell’omicidio e l’altro, l’italo-statunitense Christian Gabriel Natale Hjort, di concorso in omicidio.


Siamo a due passi dalla Corte di Cassazione e da piazza Cavour. Il Palazzaccio è perfettamente visibile dal luogo del delitto. Nessuna telecamera, dicono gli inquirenti, ha ripreso la colluttazione tra Elder e Mario Cerciello Rega e tra Natale Hjort e l’altro carabiniere, Andrea Varriale, né le 11 coltellate che hanno ucciso il vicebrigadiere. La telecamera della filiale dell’Unicredit, dall’altro lato della strada rispetto al luogo dell’accoltellamento, riprende l’ingresso della banca. Non è chiaro, inoltre, se fosse fuori uso.


Le telecamere della farmacia sono in funzione solo nell’orario di apertura. Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa sia accaduto nei 28 minuti di buco delle telecamere: quelli tra l’uscita dei due americani dall’hotel, alle 2.48, e il loro rientro al LeMeridien Visconti, alle 3.16 circa. In mezzo, l’incontro con i due carabinieri e le 11 coltellate al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Dei loro spostamenti, in quel lasso di tempo, non ci sono immagini.

La telecamera della filiale della Banca Unicredit in via Federico Cesi a Roma, di fronte al luogo dell’accoltellamento del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega/Angela Gennaro

Intanto la moglie del vicebrigadiere, Rosa Maria Esilio, diffonde una nota, tramite il suo avvocato Massimo Ferrandino, per fare chiarezza su alcune ricostruzioni riportate dai giornali. «Non risponde al vero che io abbia mai detto a mio marito – al contrario di alcune ricostruzione della stampa – di non andare a lavorare o di restare in ufficio nella notte tra il 25 e il 26 luglio perché il memoriale di servizio, come sempre, era arrivato 24 ore prima del turno», dice la vedova di Mario Cerciello Rega. «Quindi sapevo perfettamente che quella notte avrebbe lavorato da mezzanotte alle 6. Non mi sarei mai permessa di interessarmi del lavoro che mio marito svolgeva quotidianamente».

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