Conte, crisi di governo: «Salvini dovrà spiegare in Parlamento. Non eravamo in spiaggia»


Una conferenza stampa a palazzo Chigi durata pochissimi minuti e dal preavviso ristrettissimo. Viso tirato, e parole dirette: Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio mite si toglie i classici sassolini dalla scarpa, accettando la crisi di governo e rilanciandola nel campo da gioco di Matteo Salvini.
«In questi giorni Matteo Salvini è venuto a parlarmi, anticipandomi l’intenzione di interrompere l’esperienza di governo e capitalizzare il voto europeo»: esordisce così il premier Giuseppe Conte. «A Salvini ho esposto i progetti di riforma che così verranno interrotti», chiosa il presidente del Consiglio.
La nota ufficiale di queste ore di Salvini («Sfidiamo i 900 parlamentari a presentarsi in Parlamento settimana prossima e a giustificare lo stipendio che prendono», ha detto il leader del Carroccio da Pescara) «invoca un ritorno alle urne per restituire la parola agli elettori. Ho già detto a Salvini che farò in modo che questa crisi da lui innescata sarà la crisi più trasparente della storia repubblicana», dice Conte.
«L’invito ai parlamentari di riunirsi quanto prima? Non spetta a lui decidere i tempi di una crisi politica in cui giocano ben altri attori istituzionali», dice Conte. «Lui da senatore dovrà spiegare le ragioni che lo inducono a interrompere bruscamente l’azione di governo», dice Conte. «Agli italiani dovremo dire la verità».
Salvini «spiegherà al parlamento spiegare le ragioni che lo inducono a interrompere questo governo. Questo governo non era in spiaggia non accetterò più che venga sminuita la passione con cui i ministri e i parlamentari hanno affrontato questa esperienza di governo».
«Questo governo ha sempre parlato poco e lavorato molto. Questo governo da me coordinato si è adoperato incessantemente per realizzare innumerevoli progetti di riforma a beneficio di tutti gli italiani. Non accetterò più quindi che vengano sminuiti la dedizione, la passione con cui gli altri ministri, tutti i viceministri, tutti i sottosegretari, insieme a me, hanno affrontato l’impegno di governo. E non posso accettare che sia svilito il cospicuo lavoro svolto dai parlamentari», conclude Conte a Palazzo Chigi. Non accetta domande dei giornalisti per non togliere spazio al dibattito in aula che verrà, sua sede naturale – dice.
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