Jova Beach Party, la tappa (annullata) di Vasto finisce in Procura per «problemi di sicurezza»

Sono stati evocati «profili di illegittimità in ordine ad alcuni atti comunali»

È finito sul tavolo di Procura e Corte dei conti il caso del concerto di Jovanotti, il Jova Beach Party del 17 agosto a Vasto (Abruzzo), annullato il 9 agosto. Sono stati i Carabinieri a sollevare il caso, per la possibile presenza di profili «penalmente rilevanti» in alcuni atti del Comune. Lo stop al concerto era arrivato dal prefetto del Comune di Chieti, Giacomo Barbato, che ha avanzato perplessità sulla sicurezza e sulla viabilità della Statale 16, situata accanto al concerto: la decisione ha però creato un cortocircuito con il municipio della città che, a quanto pare, si era adoperato in tutti i modi perché l’evento avesse luogo. Per il momento non risultano né indagati né ipotesi di reato, in attesa delle indagini, e per ora il fascicolo aperto dalla Precura di Vasto è intestato ad «atti relativi» al concerto. Tra le ragioni che hanno portato all’annullamento dell’evento vi erano infatti incompatibilità tra il piano del concerto e le normative vigenti, tra cui il fatto che i parcheggi non avrebbero rispecchiato le linee dettate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.


L’ubicazione dei parcheggi avrebbe infatti, secondo la Prefettura, spinto gli spettatori ad attraversare a piedi la Statale 16. Inoltre, notano i Carabinieri, «l’area del concerto si affaccia direttamente sul centro abitato, senza alcuna area di prefiltraggio», che lanciano l’allarme sulle «conseguenze di un evento che provocasse un deflusso improvviso degli spettatori in pieno centro abitato, indipendentemente dai varchi, come avvenne a Torino nei drammatici eventi del 3 giugno 2017». La relazione dei carabinieri del comando provinciale di Chieti concludeva che era necessario anteporre «anche un infinitesimale (in realtà ben superiore) rischio per una singola vita umana a qualsiasi ragione economica o di immagine per la comunità vastese».


La reazione di Jovanotti

Jovanotti non ha perso tempo e, appena trapelata la notizia, ha scritto un post su Facebook: «A Vasto ha vinto il fronte del “no”, quello di cui l’Italia è pervasa. La ragione è intessuta nelle dinamiche assurde che hanno trasformato un’occasione di festa, gioia ed opportunità di sviluppo di un territorio in scontro di forze locali in “bagarre”», ha scritto. Ha poi proseguito: «Chi alla fine ha vinto ottenendo la cancellazione combatte una sua personale battaglia politica locale in affannosa ricerca di visibilità a buon mercato che evidentemente una cosa grande e bella come Jova Beach Party offre».

La posizione del sindaco di Vasto

Sulla vicenda, visto il montare delle polemiche, si è espresso direttamente il sindaco di Vasto Francesco Menna: «Siamo stati disponibili ad assecondare tutte le richieste della Prefettura di Chieti e a correggere gli errori, assicurare il supporto oltre a dare ogni chiarimento per la piena fruibilità e sicurezza dell’evento», ha detto in conferenza stampa. E ha aggiunto: «Non riesco ancora a capire perché il “no” a Jovanotti a Vasto, un danno non solo alla mia città, ma anche per l’intera provincia e tutta la regione. Una palese ostilità nei nostri confronti». Ha infine concluso il discorso facendo presente che per questa manifestazione «ci ho messo la faccia andando oltre le mie competenze dando una collaborazione proficua con tutti gli enti sovraordinati anche se devo constatare che dall’altra parte non ho trovato la stessa volontà di fare, di dialogare, sempre nel rispetto della legge e della sicurezza». Il sindaco vastese si dice a distanza di ore ancora meravigliato parlando dei problemi di sicurezza invocata dalla Prefettura.

Il “comitato del «no»”

Dal resoconto del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si è svolto il 9 agosto, è emerso che a dire «no» alla kermesse siano stati la maggior parte dei soggetti competenti: il questore, il comandante provinciale dei carabinieri, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, la Polizia stradale e il Coa, l’Anas, la società Autostrade e la Capitaneria di Porto. Ad esprimere parere positivo la Provincia di Chieti, che sottolinea la «rilevanza per il territorio provinciale» e il 118. Nel corso della riunione, i carabinieri, oltre a criticità di ordine tecnico, avevano parlato di «profili di illegittimità in ordine ad alcuni atti comunali». Infatti, il comandante provinciale dell’Arma, «in relazione a quanto emerso dall’esame della progettualità e della relativa documentazione, dall’informazione già inviata dallo stesso alla Procura, nonché dalle informative rese dai Carabinieri forestali» aveva richiesto al Prefetto «l’invio della documentazione all’autorità giudiziaria» e comunicato l’intenzione di inviare «specifica segnalazione alla Corte dei Conti».

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