La provocazione degli Schützen altoatesini potrebbe sembrare una protesta folkloristica, ma così non è. L’associazione erede delle milizie dell’ex Contea del Tirolo (abolite in Italia dopo l’avvento del fascismo) – e organizzata in maniera paramilitare – ha messo in atto una protesta «contro l’ingiustizia iniziata nel 1922 e tuttora in atto».
La protesta degli Schützen
Gli Schützen, nell’anniversario del compleanno di Ettore Tolomei (16 agosto 1865), autore del prontuario della toponomastica altoatesina, hanno coperto i nomi tedeschi su oltre 600 cartelli stradali bilingue con la scritta «Dna-Seit 97J, Deutch nicht amtlich» («Il nome tedesco non è ufficiale da 97 anni», ndr), per riaccendere i riflettori sull’irrisolta questione della toponomastica in Alto Adige.
Con l’avvento del fascismo, la nomenclatura toponomastica tedesca venne abolita, a favore di quella italiana. Dopo la caduta del regime mussoliniano, però, la nomenclatura tedesca venne ripristinata, dando luogo a un bilinguismo italo-tedesco che viene rigettato dagli Schützen.
La questione toponomastica
La reintroduzione della nomenclatura tedesca non è tutt’oggi riconosciuta dalla legge, malgrado un tentativo di abrogare la toponomastica italiana in luogo di quella tedesca, rigettato però dalla Corte Costituzionale.

«Non è giusto che per un eccesso di tolleranza verso un altro gruppo etnico e per la pacifica convivenza il gruppo linguistico tedesco debba accettare tutto. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di politici che abbiano il coraggio di prendere decisioni che non diano spazio a crimini culturali e a fascismo», ha dichiarato il comandante degli Schützen, Jürgen Wirth Anderlan.
La protesta di CasaPound
In risposta alla mossa dell’associazione sudtirolese sono intervenuti i militanti di CasaPound che, in un blitz notturno, hanno affisso sulle mura di Bolzano alcuni striscioni recanti la scritta: «Pons Drusi 15ac – civis romanus sum». La frase è volta a ricordare i 2034 anni dalla fondazione di Pons Drusi, rimarcando così le origini romane della odierna città di Bolzano.
Cittadini romani da 2034anni, la risposta di #CasaPound ai cartelli #Schützen “Tedeschi nel DNA da 97anni, senza lingua ufficiale”.
— Andrea Bonazza (@andreabonazzabz) August 17, 2019
Questa notte Cpi ha risposto con striscioni “Pons Drusi 15ac – civis romanus sum”, per ricordare i 2034 anni dalla fondazione di #Bolzano romana. pic.twitter.com/W57fw3w9d1
L’intento del movimento di estrema destra è «quello di evidenziare come l’Alto Adige sia sempre sempre stata preziosa terra di confine e incontro tra popoli europei, che ne fa un tesoro culturale da preservare e valorizzare oltre ogni cieco sciovinismo».
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