M5s si aggrappa a Conte: «Abbiamo bisogno di te». Nuovo governo? «Con chi ci sta»

La base guarda anche al Pd, ma questo non è il momento delle mosse azzardate, dicono fonti del Movimento. Consapevoli di essere pronti ad andare alle urne con la possibilità di poter fare ‘male’, in termini numerici, all’ex alleato di governo

Alla vigilia della settimana cruciale per il governo Conte, gli scenari su quel che accadrà restano incerti. «Presidente, abbiamo bisogno di te. Il Paese ha bisogno di te”. Alla viglia della possibile formalizzazione istituzionale della crisi di governo», sarebbe questo, secondo quanto riporta Agi, l’appello della base M5s lanciato a Giuseppe Conte.


Due le certezze contrapposte: prima di tutto, con la Lega non è più possibile andare avanti. Anche se il Carroccio dovesse, alla fine, orientarsi per non votare un’eventuale mozione di sfiducia, Conte dovrebbe comunque salire al Quirinale. E due: ci si affida alle decisioni che assumerà il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. È quanto apprende l’agenzia, citando fonti dello stesso Movimento.


La base guarda anche al Pd, ma questo non è il momento delle mosse azzardate. Consapevoli di essere pronti, confida una fonte, ad andare alle urne con la possibilità di poter fare ‘male’, in termini numerici, all’ex alleato di governo. Alleato considerato, ormai, inaffidabile.

Sulle ricostruzioni che nelle scorse ore davano possibile una ricucitura con la Lega c’è chi nel Movimento ritiene che sia stato il tentativo di minare la leadership del capo politico, Luigi Di Maio. Facendolo apparire non lucido nelle scelte perché allettato da possibili offerte. Ma così, asseriscono, non è. «Nessuno di noi è tanto cretino da pensare di fare come la moglie – è la metafora – che torna dal marito che la tradisce o che è violento, perché, tanto, poi cambierà»

Apertura al Pd

Il Pd alzerà la posta e chiederà la testa di Di Maio? Così come voi non volete Renzi? – È il timore di qualcuno. A chi ricorda che, in M5s, c’è chi ha sostenuto ‘con il Pd mai’, la replica è che non ci sarebbe alternativa se si vogliono portare avanti battaglie importanti, come le politiche sociali, la riforma della giustizia – con la nuova prescrizione – la modifica del conflitto di interessi e la tutela dell’ambiente, senza passare dalle urne. Ma la voglia di non andare con Renzi è pari, spiega una fonte, a quella di dare il benservito a Matteo Salvini.

E se il Capitano alla fine deciderà di non votare la sfiducia a Conte, non solo dimostrerà di essere ‘dissociato’, ma non ostacolerà il fatto che Conte possa, comunque – è l’auspicio di alcuni – salire al Colle.

Perché Salvini rischia di «cadere all’ultima curva», osserva un parlamentare M5s, uno di quelli che sta sondando il terreno Dem. La vera sfida resta un governo che ‘fa le cose’. E ci sono, nel Movimento, persone orientate ad aprire un altro ‘forno’ sulla base di un programma chiaro.

Dall’«andiamo da soli» all’andiamo «con chi ci sta» potrebbe sembrare poco coerente? Risposta: ma se abbiamo deciso di fare un governo con Salvini, si può valutare se vi sono le condizioni per farne uno con altri interlocutori. Ma tant’è, per il momento, M5s guarda all’evolversi della situazione e aspetta.

Lunedì, Di Maio riunisce i gruppi parlamentari e sullo sfondo ci potrebbe essere anche una riflessione alla deroga del secondo mandato – regola che impedisce a chi ha due legislature di ricandidarsi – ma il comune sentire, dentro il Movimento, su questo punto, sembra essere contrario, scrive ancora Agi. Intanto prosegue la polemica sulle mancate dimissioni dei ministri della Lega e resta caldo il tema dei migranti.

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