Hong Kong, la protesta passa dalle app. Pokemon Go e Tinder usati per passarsi informazioni

Il tabloid tedesco “Bild” ha intervistato un ragazzo di 22 anni che vive nell’ex colonia britannica: «Utilizziamo tutte le possibilità che abbiamo. Dobbiamo essere più furbi del governo e della polizia altrimenti non abbiamo alcuna chance»

Le proteste passano anche dai mezzi di comunicazione. Se in Italia, nella seconda guerra mondiale, le comunicazioni tra le bande di partigiani avveniva attraverso le staffette, i manifestanti di Hong Kong hanno scelto metodi più in linea con le tecnologie a disposizione.


Secondo un reportage del tabloid tedesco Bild i giovani che vivono nell’ex colonia britannica utilizzerebbero Tinder e Pokémon Go per aggirare il controllo della polizia. Piattaforme nate per altri scopi che qui vengono usate per diffondere informazioni su orari e luogo delle manifestazioni.


Il giornalista Paul Ronzheimer ha intervistato Kim, un ragazzo di 22 anni che racconta quale strategia ha adottato negli ultimi mesi: «Quando ho un contatto su Tinder gli mando un messaggio in cui pubblicizzo l’iniziativa e poi ci si incontra alla manifestazione. Utilizziamo tutte le possibilità che abbiamo. Dobbiamo essere più furbi del governo e della polizia altrimenti non abbiamo alcuna chance».

Su Pokémon Go invece non passano le comunicazioni, ma può essere un’ottima scusa per giustificare raduni nei luoghi pubblici. Con l’introduzione della modalità raid, infatti, per catturare dei Pokémon è necessario che gli allenatori si trovino nello stesso luogo e lo attacchino tutti insieme.

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