M5s, verso un’alleanza con i Verdi europei?

Il gruppo dei Verdi aveva chiuso la porta ai 5 Stelle a maggio ma governare con il Pd potrebbe servire al M5s ad aprire qualche chiavistello europeo

«Siamo pronti ad avviare un confronto serio, leale e costruttivo con il gruppo dei Verdi». Lo hanno affermato alcune fonti anonime del Movimento 5 Stelle interpellate dall’agenzia di stampa AdnKronos, che, dopo la rottura del matrimonio con la Lega, si spingono addirittura a sostenere un Green New Deal europeo sulla falsa riga di quello teorizzato dall’ala sinistra dei democratici americani.


«Con loro abbiamo molti punti in comune, come dimostra il lavoro svolto durante la scorsa legislatura e abbiamo delle innegabili affinità politiche su svariati temi: difesa dell’ambiente, energie rinnovabili, lotta all’austerity, agricoltura biologica, acqua pubblica e infrastrutture utili ai cittadini», dichiarano i Cinque Stelle.


Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo ha però affermato di non avere ancora ricevuto nessuna richiesta da parte del M5s per avviare trattative per l’ingresso nel gruppo all’Europarlamento, pur non dicendosi contrario in linea di principio.

Philippe Lambert, co-presidente della gruppo ha infatti affermato: «È ovvio che la fine della coalizione con l’estrema destra permette di sollevare un ostacolo fondamentale», e aggiunge : «Oggi noi siamo aperti alla discussione».

Contrari invece i Verdi italiani che ricordano come il M5s sia nato come partito anti-europeista. I co-presidenti Elena Grandi e Matteo Badiali scrivono in una nota pubblicata sull’Espresso: «È un movimento politico che ha boicottato in ogni modo la Ue, che ha preso posizione a favore di Nigel Farage, leader politico del partito della Brexit, che ha preso più volte le parti del movimento dei Gilet Jaunes in Francia e che ha governato con la Lega di Matteo Salvini, votando e avallando tutte le leggi più gravi contro l’ambiente, dai fanghi tossici dell’Ilva al Tap. Come Verdi italiani e cofondatori dei Verdi europei, dichiariamo fin d’ora la nostra assoluta contrarietà all’entrata del Movimento nei Verdi europei».

Un viaggio verso i Verdi che inizia dal partito Euroscettico di Lega e Farage

Il no degli ambientalisti italiani a inizio estate era condiviso anche dal gruppo dei Verdi europei, che aveva negato un’alleanza al M5s, allora orfano a Strasburgo. Il 12 giugno 2014 il Movimento 5 stelle aveva infatti interpellato Rousseau per decidere un gruppo parlamentare europeo tra l’EFD, l’ECR o i non iscritti, e il 78% dei votanti ha scelto l’EFD (ora diventato EFDD), al tempo presieduto da Nigel Farage e popolato in gran parte da esponenti della Lega.

Allora, nonostante fossero in atto trattative con i Verdi, la spinta euroscettica si era dimostrata più forte di quella ambientalista. Dopo lo scioglimento dell’EFDD, il M5s stava cercando a maggio scorso una famiglia politica e si è ripresentato ai Verdi.

Questi però avevano chiuso la porta in faccia al movimento allora al governo con la Lega, affermando che i Cinque Stelle avevano rinunciato da tempo ai loro propositi ambientalisti. Ma è prevedibile che il passaggio da Lega a Pd come partner di governo possa servire ai grillini ad aprire qualche chiavistello europeo.

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