Israele, Netanyahu alla disperata caccia di voti: «Se eletto, annetterò Valle del Giordano»

Il leader del Likud tenta la mossa elettorale a pochi giorni dal voto, con i sondaggi che portano per lui pessime notizie

A una settimana dalle elezioni politiche, Benjamin Netanyahu gioca la mossa elettorale infiammando ancora una volta il fronte mediorientale con la promessa di annettere a Israele la Valle del Giordano. «È un luogo sul quale possiamo affermare la nostra sovranità immediatamente dopo le elezioni», ha assicurato il premier israeliano davanti ai giornalisti.


La Valle del Giordano, infatti, costituisce un terzo della Cisgiordania, e una sua grande parte è nel 60% di territori in cui nel corso degli anni si sono insediati i coloni israeliani.


La mossa di Netanyahu ha immediatamente scatenato le reazioni dei palestinesi, a partire dall’alta funzionaria Hanan Ashrawi che ha avvertito quanto questa decisione «distrugge ogni possibilità di pace» in un’area in cui già da giorni è flagellata da razzi e droni. Ed è certo il ministro degli Esteri giordano, Aymane Safadi, che in questo modo «la regione precipiterà nella violenza».

«Le azioni ulitaterali – ha avvertito il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric – non sono utili nel processo di pace». Di certo la possibile annessione della Valle del Giordano per l’Onu: «Non avrebbe effetti giuridici internazionali. Tale prospettiva – hanno aggiunto dall’Onu – sarebbe devastante per il potenziale rilancio dei negoziati, della pace regionale e dell’essenza stessa di una soluzione a due Stati».

Nella regione non si placa l’escalation militare. Solo oggi è stato abbattuto un altro drone israeliano rivendicato da Hamas ed è stato annullato un comizio di Netanyahu dopo il lancio di due razzi. Intanto i sondaggi per il leader di Likud portano solo pessime notizie. Secondo i quotidiani israeliani, riporta l’agenzia Agi, il partito di estrema destra Otzma Yehudit potrebbe conquistare almeno quattro seggi, non sufficienti però perché Netayahu possa fare a meno del partito ultranazionalista russofono Yisrael Beitenu di Avigdor Lieberman, col quale dovrà scendere a compromessi per superare la soglia della maggioranza di 61 seggi.

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