Virginia, cancellato un altro strascico della segregazione: gli sposi non dovranno dichiarare la propria “razza”

Nello stato di George Washington, una volta anche capitale degli stati schiavisti durante la Guerra Civile, ai futuri sposi era richiesto di dichiarare se erano “mori”, “mulatti”, “meticci” o “ariani”

In Virginia la lunga lotta contro la discriminazione razziale passa anche attraverso il matrimonio. Cade una norma che per anni ha fatto sì che i residenti dello stato americano venissero trattati diversamente in base al colore della loro pelle. D’ora in avanti non dovranno più dichiarare la propria “razza” nelle domande di matrimonio.


La decisone arriva dopo una causa indetta nei confronti dello Stato da tre coppie. Il procuratore generale del Virginia, Mark Herring, ha dichiarato che la pratica era «incostituzionale» oltre ad essere «espressione di un passato razzista». Non sorprende il giudizio visto che tra le categorie razziali risultavano anche quelle di “moro”, “meticcio”, “ariano” e “mulatto”.


Per legge gli ufficiali pubblici dovranno comunque continuare a porre la domanda sconveniente alla quale però i futuri sposi non saranno più tenuti a rispondere. Adesso si apre una nuova partita, per cancellare definitivamente la legge. Brandyn Churchill, che insieme alla compagna Sophie Rogers è uno delle persone che ha fatto causa allo Stato, scrive su twitter che «continueranno a sfidare la costituzionalità dello statuto finché non verrà cancellato interamente dal codice».

Le ombre sul procuratore generale

Le affermazioni di Mark Herring nascondono un passato travagliato: il procuratore generale, democratico, ha ammesso di essersi travestito da “blackface” in passato. La pratica – che consiste nel truccarsi la faccia dipingendola di nero in modo tale da realizzare una rappresentazione caricaturale degli afroamericani – nata nel XIXesimo secolo è considerata razzista negli Stati Uniti.

La sua ammissione è avvenuta nei mesi in cui emersero delle foto, risalenti agli ’80, che ritraevano il Governatore dello Stato, Ralph Northam, in atteggiamenti razzisti. Nonostante la segregazione sia finita da circa 50 anni in Virginia, come in altri stati del sud degli Stati Uniti, esistono varie forme di discriminazione razziale nella legge – come nel caso delle norme che regolano il matrimonio – e nella società tutta – come l’esclusione di alcune zone a maggioranza afroamericana dalla rete di trasporto pubblico urbano.

Foto di copertina da Twitter

Leggi anche: