Orban attacca Gentiloni. E a Conte dice: «Possiamo aiutare l’Italia solo sui rimpatri»

Il presidente ungherese cita più volte Silvio Berlusconi. Mentre il ministro degli Esteri Di Maio lo invita a evitare ingerenze nel nostro Paese

Dice di non volere dare consigli agli italiani il premier ungherese Viktor Orban, poi descrive il suo Stato come uno Stato ‘democristiano’ in cui «ci siamo dati da fare a partire dal 2010» e invita l’Italia a tornare nel suo club. Quello per cui il nemico numero uno è l’immigrazione: «Nel 2015 c’è stata un’invasione verso l’Europa. Erano soprattutto migranti economici. Tutti i leader europei lo sapevano. La sinistra quando importa immigrati importa degli elettori», dice il presidente ungherese. Poi attacca la commissione europea e il neo commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni. Al presidente del Consiglio Conte che poche ore prima aveva sollecitato una risposta da parte dell’Ungheria sui migranti, risponde di non potere aiutare l’Italia sulla redistribuzione dei migranti ma «solo sui rimpatri. Non possiamo far entrare i migranti, diciamo no alle quote di redistribuzione». Durante il suo intervento Orban cerca di accorciare le distanze con gli italiani ricordando che un italiano ha scritto quella che definisce una delle canzoni più belle della rivoluzione del 1956. E dal pubblico parte il coro di ‘Avanti ragazzi di Budapest’.


Giacca blu e camicia azzurra, Orban parla da solo dal pulpito per oltre 40 minuti (poi risponde a qualche domanda del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano). Il pubblico della manifestazione di Fratelli d’Italia applaude fragorosamente tutto l’intervento, e i decibel si alzano quando Orban spiega che il primo pilastro per l’Ungheria è la famiglia «formata da un uomo e una donna». «Sto sentendo Orban, è un grande» spiega un signore anziano al telefono seduto tra il pubblico. Il presidente ungherese sembra piuttosto informato sulle recenti vicende politiche italiane, che riassume così: «In Italia il governo s’è separato dal popolo. Vedo che sta tornando la sinistra». Cita più volte Silvio Berlusconi, mentre a Matteo Salvini riserva un solo passaggio del discorso. Poco dopo il suo intervento arriva la replica del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Orban eviti inutili ingerenze. Non conosce il popolo italiano, parli dunque del suo popolo se vuole. Non del nostro». Ancora applausi tra i sostenitori di Fratelli d’Italia, anche quando il premier ungherese descrive Giorgia Meloni come una personalità di centro e non di destra per gli standard ungheresi. Oggi, con due leader di governo sul palco, la politica è passata soprattutto da Atreju 2019.


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