Scontri a Hong Kong, più di 50 arresti. «Grave l’attivista colpito al petto dalla polizia» – Il video

Le persone arrestate hanno tra i 15 e i 44 anni. L’Ue ha invitato alla moderazione e alla de-escalation

Cinquantuno persone arrestate. Armi sequestrate. Un attivista ferito gravemente. Hong Kong è teatro di violenti scontri tra polizia e manifestanti. Forse è la giornata più violenta da quando sono iniziate le proteste degli attivisti pro democrazia. Tanto che è intervenuta anche l’Unione europea per chiedere una de-escalation.


Grave l’attivista ferito al petto

L’attivista pro democrazia sarebbe stato colpito al torace da forze della polizia che hanno sparato colpi di avvertimento per bloccare la manifestazione nel centro di Hong Kong. L’uomo sarebbe in condizioni critiche. Lo riporta il South China Morning Post. Secondo i media locali che hanno diffuso il video dello sparo, il colpo è partito da un agente a una distanza ravvicinata.


Evacuata la zona del Parlamento

Il governo ha disposto l’allerta rossa e ha ordinato l’evacuazione del complesso del Parlamento. Già questa mattina, primo ottobre, ci sono stati scontri tra polizia e attivisti che hanno deciso di scendere in piazza nonostante il divieto di manifestare nel giorno della celebrazione dei 70 anni della nascita della Repubblica Popolare cinese.

La tensione è salita a Wong Tai Sin, nella zona di New Kowloon, riferiscono i media locali, dove la polizia ha fatto ricorso ai lacrimogeni per disperdere un gruppo di manifestanti che hanno formato una linea di difesa con ombrelli e barriere in una piazza.

Attualmente, sono quindici i feriti ricoverati in seguito alle proteste di oggi, compreso il manifestante colpito al petto che è stato raggiunto in ospedale dalla sua famiglia e da due legali. Le cinquantuno persone arrestate hanno tra i 15 e i 44 anni. Lo fa sapere la polizia.

Foto: Ansa

Ue invita alla moderazione

«Alla luce delle violenze ad Hong Kong, l’Unione europea continua a sottolineare che il dialogo, la moderazione e la de-escalation sono le uniche soluzioni. A più di tre mesi dall’inizio delle proteste, il diritto a riunirsi e a protestare pacificamente devono continuare a essere rispettati in linea con la legge a Hong Kong e con gli impegni internazionali», ha detto la portavoce della Commissione europea Maja Kocijancic.

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