“Devolved Parliament” di Banksy venduto all’asta a una cifra record. Lo street artist punta il dito contro l’avidità dei privati nell’arte

La cifra di vendita dell’opera raffigurante il parlamento britannico ha battuto ogni record immaginabile. E lo street artist non è affatto contento

A poche ore dall’apertura a sorpresa del distopico e inaccessibile show-room Gross Domestic Product, e in pieno caos Brexit, il mondo dell’arte è rimasto con gli occhi puntati sulla casa d’aste Sotheby’s di Londra, dove è stato venduto per una cifra record Devolved Parliament, il dipinto realizzato dallo street artist Banksy.


La tela di 4,46 x 2,67 metri, che partiva da una base d’asta compresa tra gli 1,9 e i 2,5 milioni di dollari, è stato battuto per l’incredibile cifra di 11.121.332,75 milioni di euro (9.879.500 sterline).


Numero da capogiro, che ha battuto di gran lunga il record assoluto detenuto sino ad oggi dagli 1,87 milioni di dollari offerti per Keep it spotless (2007), venduto all’asta da Sotheby’s a New York nel 2008.

Keep it spotless, Banksy, 2007

Il commento di Banksy dopo l’asta

Lo street artist, poco dopo la vendita, ha commentato sul proprio account Instagram il risultato dell’asta. «Prezzo record per la vendita di un dipinto di Banksy messo all’asta stasera. Peccato non sia più mio».

E Banksy, nel commentare la vendita, ha voluto condividere una citazione dello scrittore australiano e “declinista” dell’arte Robert Hughes, morto nel 2012 all’età di 74 anni e definito dal New York Times «il più grande critico d’arte di tutti i tempi». 

«L’arte – scriveva Hughes – ci dovrebbe far sentire in modo più chiaro e in modo più intelligente. Dovrebbe offrirci sensazioni di coerenza che altrimenti non potremmo avere. Ma il prezzo di un’opera d’arte è ora parte integrante della sua funzione: il suo nuovo lavoro è quello di stare al muro e di diventare sempre più costoso».

«Invece di essere un bene condiviso dell’umanità, come un libro, l’arte diventa proprietà di un qualcuno che può permettersela – contestava Hughes – Supponiamo che ogni libro utile presente nel mondo costi 1 milione di dollari: immaginate che effetto catastrofico avrebbe sulla cultura».

Ed è così che Banksy ha espresso la propria perplessità, se non vera e propria contrarietà, rispetto alla rilevante cifra raggiunta dalla vendita della sua opera, tentando di ribadire come l’arte debba rimanere al servizio di tutti, e non divenire un mero esercizio di avidità consumistica tra privati.

La genesi di Devolved Parliament

Devolved Parliament, il cui nome gioca sulla doppia lettura di Parlamento «decentrato» o «involuto», è divenuto di estrema attualità a ben 10 anni dalla sua creazione grazie alla Brexit, e ritrae i membri della camera dei Comuni inglese sotto forma di scimpanzé.

L’opera fu originariamente dipinta nel 2009 per la mostra monografica dello street artist nella sua città natale, Bristol. Dopo l’esposizione, il dipinto venne acquistato da un collezionista privato che l’ha successivamente resa in prestito al Bristol Museum a inizio 2019 per una mostra.

Banksy stesso aveva commentato la riproposizione del dipinto collegandola al processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (originariamente prevista per il 29 marzo 2019). Il museo negò tale interpretazione, riconducendo la scelta di riproporla al pubblico a margine delle celebrazioni del decennale dell’esposizione del 2009.

«Ridete ora, ma un giorno saremo noi al potere»

«Ridete ora – aveva scritto Banksy commentando la riproposizione di Devolved Parliament al Bristol Museum – ma un giorno nessuno sarà al comando», («Laugh Now but one day no-one will be in charge», ndr).

Una frase che rovescia un’altra sua opera, risalente al 2002, con protagonista uno scimpanzé ritratto con un cartello al collo: «Ridete ora, ma un giorno saremo noi al potere» («Laugh Now but one day we´ll be in charge», ndr).

«Laugh Now but one day we´ll be in charge», Banksy, 2002

Questo capovolgimento di prospettiva potrebbe rappresentare la conferma indiretta di alcune modifiche apportate all’opera che è andata all’asta, anche perché la tela, nel frattempo, risulta esser stata palesemente ritoccata.

La tela modificata dopo 10 anni

Rispetto al dipinto originale le luci sono scomparse, rendendo l’atmosfera dell’aula più cupa. Sul lato sinistro della più recente versione, c’è uno scimpanzé che tiene una banana rivolta verso il basso, mentre originariamente era rivolta verso l’alto. Osservando la tela da più vicino, si possono notare altri piccoli dettagli modificati nelle espressioni degli scimpanzé.

In alto: Devolved Parliament, Banksy, 2009. In basso: Devolved Parliament, Banksy, 2019

Ma questi ed altri dettagli non son stati riportati nella scheda ufficiale del catalogo di Sotheby’s, che comunque ha confermato che le modifiche siano state apportate da Banksy stesso.

L’ultima asta di un Banksy da Sotheby’s

A un anno di distanza da quel 5 ottobre 2018, quando Banksy beffò e stupì il mondo dei collezionisti d’arte (e non) innescando l’autodistruzione della tela raffigurante La ragazza col palloncino (Girl with Balloon, ndr), non appena l’opera venne battuta all’asta da Sotheby’s per 1,2 milioni di euro, l’asta di oggi ha visto superare qualsiasi record possibile e immaginabile per un’opera dello street artist più celebre al mondo.  

«Banksy è il Voltaire moderno»

Il responsabile europeo di arte contemporanea di Sotheby’s Alex Branczik ha più volte dichiarato che Banksy rappresenti il «Voltaire moderno». 

«Indipendentemente da dove ci si ponga rispetto al dibattito sulla Brexit – ha proseguito Branczik – non v’è dubbio che questo lavoro sia molto più calzante ora di quanto non lo sia mai stato in precedenza».

«Lo street artist ha catturato livelli imprevedibili di caos politico che non fanno altro che confermare Banksy come il più polemico autore di satira del nostro tempo», ha chiosato il curatore di Sotheby’s.

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