Le indagini sono legate ai due clienti di Giuliani arrestati per violazione delle norme di finanziamento della campagna elettorale
Le autorità federali di New York stanno indagando su Rudolph Giuliani per accertare se il legale personale di Donald Trump abbia violato o meno le leggi sulla lobby con le sue attività e i suoi lavori in Ucraina. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali le indagini sono legate ai due clienti di Giuliani arrestati per violazione delle norme di finanziamento della campagna elettorale.
Giuliani ha negato di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma ha ammesso di aver lavorato con alcuni procuratori ucraini per raccogliere informazioni potenzialmente dannose sull’ex ambasciatrice americane in Ucraina Marie Yovanovitch e su altri target del presidente Trump, inclusi Joe Biden e suo figlio Hunter.
In copertina l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, 29 febbraio 2016. EPA/Orlando Barria
La rivoluzione del vaffa è entrata nei palazzi della politica, i meet-up spariti. Così dieci anni dopo il Movimento 5 Stelle si prepara alla festa di compleanno a due cifre: appuntamento oggi e domani nel capoluogo campano. Dalle sedie di velluto del teatro Smeraldo di Milano (ormai chiuso) dove Beppe Grillo nel 2009 lanciò il Movimento 5 Stelle, si passa allo spazio fieristico della mostra d’Oltremare.
Rimini, Roma, Napoli. Questa volta, con la festa nazionale nella sua Regione, Luigi Di Maio giocherà in casa in un momento per lui delicatissimo. Ha rinunciato al ruolo di vicepremier per consentire la nascita del governo giallorosso (benedetto da Beppe Grillo), ma ai suoi parlamentari non basta.
Anzi, continua la richiesta interna di concentrare su di sé meno potere, anche negli ultimi giorni: la mancata elezione, dopo due votazioni, dei capigruppo M5s alla Camera e al Senato e le assenze di 14 pentastellati durante il voto sulla nota di aggiornamento al Def sono dei chiari segnali di avvertimento.
Le correnti nel Movimento 5 Stelle esistono ma sembrano non spaventare il capo politico M5s che in pochi anni ha scalato la politica italiana; abile nel liquidare le assenze di ex ministri e parlamentari M5s alla kermesse di partito, come persone scontente per non avere trovato un posto nella squadra dei sottosegretari. Mite e ambizioso, è stato il più giovane vice-presidente della Camera. Poi nel 2018 ha guidato due ministeri, essendo contemporaneamente vicepresidente del Consiglio e capo politico.
L’incoronazione era avvenuta proprio sul palco di Italia 5 Stelle a Rimini, due anni fa. «Un certo Luigi Di Maio ha preso 30.936 voti» aveva detto Beppe Grillo, annunciando l’esito delle primarie online contro dei semi-sconosciuti. E proprio il comico genovese, capace di punzecchiare il capo politico M5s nei momenti più critici per lui, non ha mai nascosto di essere più in sintonia con Roberto Fico.
Grillo sul palco chiuderà gli interventi politici della serata, dopo l’intervista-doppia di Di Maio e Giuseppe Conte, l’intervento di Roberto Fico e poi Davide Casaleggio. Nonostante le voci su una possibile assenza, sarebbe stato impensabile festeggiare i 10 anni del Movimento senza il suo co-fondatore.
Riconfermato capo politico M5s nel 2019 con l’80% di voti (sempre sulla piattaforma Rousseau), Di Maio sul palco di Napoli dovrà guardarsi soprattutto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte passato da ministro ombra del governo pentastellato nel 2018 a leader politico, durante il traumatico passaggio dal governo gialloverde a quello attuale.
Il programma della manifestazione prevede una condivisione del palco tra i due, e non è un caso. «È inappropriato definirmi dei 5 Stelle», aveva detto il premier poco tempo fa. Ma alle prossime elezioni c’è spazio per un solo antagonista alla coppia dei duellanti Salvini–Renzi.
Sul palco il capo politico M5s depennerà dalla lista delle “cose ancora da fare” – che sarà distribuita agli attivisti sotto forma di libretto tascabile giallo – il decreto Clima, il decreto Scuola e il Taglio del numero dei parlamentari.
Punterà soprattutto sulle “345 poltrone in meno”. Quest’ultimo provvedimento in particolare ha un forte valore simbolico per l’elettorato M5s, dopo la tempesta politica estiva che rischiava di spazzare via il Movimento 5 Stelle, con i sondaggi ben lontani dal 32 per cento delle Politiche 2018.
Ma nonostante le critiche interne, e la forte richiesta di democrazia che viene da numerosi parlamentari, Di Maio resta il candidato meno divisivo che ha a disposizione il Movimento 5 Stelle. Una guida affidata a Roberto Fico o Alessandro Di Battista, renderebbe più complicato il dialogo con alleati e avversari politici. E Di Maio, che gioca spesso sul filo dell’autoritarismo, lo sa.