Russiagate, due cellulari di Mifsud dagli 007 italiani nelle mani degli Usa? L’ultimo dettaglio che dovrà chiarire Conte

I dati contenuti nei due telefoni potrebbero svelare la rete di contatti del docente della Link University

Due cellulari di Josef Misfud sono sotto la custodia del Dipartimento di Giustizia americano, acquisiti «di recente», secondo i media americani, dalle autorità italiane, come riporta l’Ansa. Il filone italiano del Russiagate, sul quale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte riferirà la prossima settimana al Copasir, si arricchisce di un nuovo sorprendente tassello, che aggiunge nuove ombre sugli incontri a Roma ad agosto e a settembre scorsi tra il premier Conte, William Barr, a capo proprio del Dipartimento di Giustizia Usa e della controindagine voluta da Donald Trump, e i vertici dei Servizi italiani.


Lo scorso martedì, i legali di Michael Flynn – ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, tra i primi a dimettersi per il coinvolgimento nell’inchiesta del Russiagate – hanno avanzato la richiesta al Dipartimento di giustizia di conoscere i dati contenuti nei due BlackBerry di Misfud.


I dati di quei due cellulare potrebbero essere preziosissimi, perché potrebbero svelare la rete di contatti che Misfud, già docente della Link University di Roma, avrebbe tenuto tra gli 007 europei e l’Fbi. Secondo quanto riporta anche Repubblica, per gli avvocati di Flynn, Misfud sarebbe stato un pilastro del complotto che puntava a fermare l’elezione di Trump alla Casa Bianca. Non solo avrebbe offerto al giovane consigliere di Trump, George Papadopoulos, le email di Hillary Clinton rubate dai russi, ma avrebbe anche svelato all’Fbi della cena organizzata a Mosca dallo stesso Flynn con la partecipazione di Vladimir Putin.

L’obiettivo dei difensori di Flynn è quindi dimostrare che Mifsud non rispondesse agli ordini di Mosca, ma dei servizi segreti europei e dell’Fbi, mentre alla Casa Bianca c’era Barack Obama. E l’Italia in questo intreccio di spie è sotto strettissima osservazione da parte di Washington, come ha confermato lo stesso Trump proprio ieri davanti a Mattarella quando ha detto: «L’Italia potrebbe essere coinvolta». Il sospetto americano è che i servizi italiani abbiano coperto Mifsud e aiutato a scomparire, ormai da un anno. Quanto e come l’Italia sia coinvolta, almeno in parte, dovrebbe svelarlo il premier Conte al Copasir.

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