I fan di Meloni e Salvini condividono Fake News?

A seguito delle spinose questioni sollevate da Report, ecco un’analisi dei contenuti condivisi dai followers di Salvini e Meloni

Complice una lunga trasferta a Roma – lunga per le 2 ore di ritardo del FrecciaRossa… – e una possibile intervista nei prossimi giorni, mi sono concentrato un secondo su un approccio differente alla spinosa questione sollevata da Report sull’odio online e su come alcune figure politiche (segnatamente Giorgia Meloni e Matteo Salvini) alimentino ad opinione di alcuni (segnatamente Report e Alex Orlowski) il clima generico di odio e xenofobia.


Lungi nell’addentrarmi nella battaglia “politica” che ha visto volare strali da ambo le parti, con messe alla gogna degne della peggiore ed oscura “memoria storica”, mi sono invece concentrato per capire una metodologia alternativa per approcciare il problema.


Andare a parlare con certezza di “bot” o un “sock-puppy” è complesso: talmente complesso è il definire se un utente della rete sia o non sia un “(ro)bot” che non ci provano nemmeno più le piattaforme stesse. Da oltre un anno, infatti, si parla nel mondo dei fenomeni di creazione automatizzata di fabbriche di consenso algoritmico come di “inauthentic behaviour” (comportamento non autentico), un termine onnicomprensivo che racchiude in sé tutte le varie componenti dei sistemi di propaganda algoritmica, compresi “bot”, persone che gestiscono migliaia di account insieme, pubblicazioni da parte di utenti fake e una larghissima altra quantità di cose per cui non esiste un nome specifico. Capire se qualcosa è o non è un comportamento non autentico è sicuramente importante, soprattutto se inquina l’arena politica, ma ci fornisce scarsi se non nulli appigli per comprendere se si condivida o meno odio online e, soprattutto, con quale metodologia.

Comprendo benissimo che questa mia analisi possa essere presa poco bene da alcuni attori del sistema, e che probabilmente arriveranno una serie di attacchi anche personali. Quindi mi premunisco avvisando il lettore del fatto che sono assolutamente schierato, pro-integrazione, anti-discriminazione. Di base sono una persona orribile spesso e volentieri ricorrente al turpiloquio (anche sui social), che l’armadio degli scheletri è un hotel di una trentina di piani e che – fondamentalmente – sono tutt’altro che il cavaliere senza macchia e senza paura. Inoltre sono ferocemente antifascista, ai limiti spesso del buongusto, e sono solito utilizzare le rotazioni di 180° delle fotografie che photoshop mette a disposizione. In altre parole sì, sono una brutta persona™. Oltretutto sono anche umorale, irascibile, iracondo, vicino alla calvizie, ho la R francese e sono vegano. Così avete pronto direttamente l’arsenale da utilizzare.

Sono però anche un forte sostenitore della correttezza della ricerca, che ho dimostrato spesso e volentieri e che tento di inculcare con tutte le mie forze ai miei studenti, ed ho inoltre una fortissima fede nei dati, che parlano più delle opinioni. Ed in queste prossime righe parleremo di due temi che potete tenere comodamente separati: di dati e della mia interpretazione degli stessi, così che se non siete d’accordo con le mie interpretazioni potete tranquillamente tenere i dati e scartare la mia opinione per sostituirla con la vostra.

In questa sede parlo a mio nome, non rappresentando alcuna istituzione, non sono un giornalista e questo mio è da considerarsi come OpEd.

Partiamo.

Metodologia

Per ciascuno dei due soggetti presi ad analisi è stata utilizzata una delle piattaforme leader del mercato per l’ascolto della rete e selezionata una “audience” di analisi composta dai follower dell’account Twitter del soggetto. In altre parole è stato analizzato quanto è stato pubblicato (scritto e retwittato) dai follower di Matteo Salvini e Giorgia Meloni tra il 6 di Ottobre 2019 ed il 6 di Novembre 2019.

Il panel così ottenuto è, ovviamente, inferiore al totale dei follower, perché non tutti i follower sono “attivi”, e cioè hanno pubblicato qualcosa nell’arco di tempo preso in analisi, in questo caso l’ultimo mese.

I dati a disposizione sono i seguenti:

  • Matteo Salvini (@matteosalvinimi)
    Follower in data di analisi: ~1.2M
    Panel preso in esame: 587.895 account attivi
  • Giorgia Meloni (@giorgiameloni)
    Follower in data di analisi: ~832.000
    Panel preso in esame: 355.338 account attivi

A questo punto si è proceduto a controllare, in tutti i contenuti postati (o retwittati) dall’intero panel preso in analisi quali erano i siti Internet maggiormente condivisi, per capire se all’interno di questi esistessero note realtà di distribuzione di disinformazione.

Con risultati, dal mio punto di vista, preoccupanti.

L’analisi dell’account di Giorgia Meloni

L’analisi dei contenuti pubblicati dai 355.338 account attivi follower di Giorgia Meloni denota un seguito particolarmente prolifico nella condivisione di articoli.

I primi 20 siti più citati nell’ultimo mese hanno ricevuto oltre 206.000 condivisioni, suddivise nei seguenti Top 20.

Top 20 Siti – Fan di Giorgia Meloni

SitoCondivisioniTipologia
youtube.com48904
laverita.info 12169quotidiani
imolaoggi.it 12017disinformazione
liberoquotidiano.it11765quotidiani
repubblica.it 11372quotidiani
voxnews.info 10898disinformazione
ansa.it 10488quotidiani
corriere.it 10173quotidiani
ilgiornale.it 9794quotidiani
ilprimatonazionale.it 8763news polarizzate
notiziedi.it 8436
secoloditalia.it 7211quotidiani
ilfattoquotidiano.it 7081quotidiani
google.com 6881
nicolaporro.it 6402news polarizzate
pscp.tv 5904
ilmessaggero.it 4740quotidiani
abc.es 4550quotidiani
mediaset.it 4338quotidiani
stopcensura.info4318disinformazione

L’analisi dei contenuti maggiormente condivisi mostra senza ombra di la presenza di almeno tre entità note per condividere disinformazione su base razziale, segnatamente ImolaOggi, VoxNews e StopCensura.

Non solo, ma ImolaOggi, notorio per disseminare disinformazione faziosa sugli immigrati e “erede morale” del tristemente famoso “Tutti I Crimini Degli Immigrati” ricopre addirittura la terza posizione all’interno della classifica, una posizione che lascia perplessi, soprattutto perché all’interno dei primi 10 siti più condivisi dai seguaci della nota politica i siti di disinformazione e veicolazione di odio sono ben 2.

Nell’ultimo mese sono state quindi 27.233 le condivisioni di contenuti di questo tipo veicolate dai seguaci di Giorgia Meloni, con un significativo contributo alla propagazione del clima offerto da queste news.

L’analisi dell’account di Matteo Salvini

L’analisi dei contenuti pubblicati dai 587.895 account attivi follower di Matteo Salvini, invece, è molto differente dal punto di vista sia sostanziale che volumetrico.

I primi 20 siti più citati nell’ultimo mese hanno ricevuto oltre due milioni di condivisioni, quindi con fattore di amplificazione del messaggio di 10 a 1 rispetto alla Meloni.

Top 20 Siti – Fan di Matteo Salvini

SitoCondivisioniTipologia
youtube.com733080
thegatewaypundit.com 115940news polarizzate
breitbart.com 113970news polarizzate
foxnews.com101080quotidiani
dailymail.co.uk92400quotidiani
repubblica.it 76160quotidiani
fdesouche.com 73660news polarizzate
liberoquotidiano.it 67870quotidiani
pscp.tv 65430
voxnews.info64620disinformazione
telegraaf.nl 60750quotidiani
oantagonista.com 58210news polarizzate
imolaoggi.it57480disinformazione
bild.de56700quotidiani
lefigaro.fr 56140quotidiani
ilgiornale.it 55210quotidiani
telegraph.co.uk 53240quotidiani
leparisien.fr 52830quotidiani
valeursactuelles.com 52230news polarizzate
laverita.info51470quotidiani

L’analisi dei contenuti maggiormente condivisi mostra anche in questo caso la presenza di due entità note per condividere disinformazione su base razziale, segnatamente ImolaOggi, VoxNews.

E se queste occupano solo la decima e tredicesima posizione della classifica globale, sono nella terza e quarta posizione tra i siti in lingua italiana, e hanno generato ben 122.100 condivisioni nell’ultimo mese.

Peculiare inoltre la composizione dei principali siti che vengono condivisi dai seguaci di Matteo Salvini, dove le prime 5 posizioni della classifica sono occupate da news in sola lingua inglese, con le prime due (ma probabilmente le prime tre) proponenti notizie fortemente polarizzate, segno probabilmente – a meno di strani meccanismi – di un maggiore interesse del seguito ai temi mondiali…

E quindi?

Che sia incitato dal Leader o meno, è ovvio che esiste un serio problema di condivisione di contenuti afferenti a noti siti di disinformazione da parte del seguito di ambedue i soggetti.

Ed è indubbio, ormai, come la condivisione di contenuti di questo tipo alimenti non solamente il contrasto sociale, ma anche e soprattutto la percezione relativamente a tali temi anche solo per bandwagon effect.

Ancora una volta è necessaria una riflessione seria sia sulle dinamiche di de-polarizzazione, sia soprattutto nel comprendere come disinnescare queste camere dell’eco che portano, sempre di più, verso una auto-radicalizzazione dei soggetti coinvolti.

E, per rispondere alla domanda iniziale: sì, il seguito di ambedue i soggetti politici analizzati ha un importante ruolo attivo nella condivisione di disinformazione, prevalentemente su base di discriminazione razziale.

Sfortunatamente, aggiungerei.

Matteo G.P. Flora
Prof. a.c. in Corporate Reputation & Storytelling e CEO di The Fool
Associate Professor in Corporate Reputation & Business StoryTelling, fondatore di The Fool, società di strategie di Posizionamento Valoriale e Reputazione Digitale, ha una una video-rubrica in cui parla di come la rete ci cambia. Con Open collabora in qualità di opinionista – non giornalista – raccontando nello spazio gentilmente offerto i fenomeni tecnologici e sociali dal suo punto di vista, mai neutro. Ogni suo intervento è da considerarsi OpEd.

Appendice: Come ho classificato i siti?

Possono non piacermi i siti identitari o sovranisti – principalmente perché creano un clima di propaganda alterando la realtà fattuale – ma indipendentemente da questo i siti di sinistra fanno la stessa cosa, e quindi non vedo nulla di particolarmente critica nel fatto che una realtà di seguaci altamente polarizzati come quelli di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini si documentino all’interno della loro echo-chamber con siti di chiara denotazione politica.

Sono state segnalate come “quotidiani” le realtà online notoriamente rientranti in questa categorie, come “news polarizzate” gli outlet informativi che non rientrano nella definizione di quotidiani e su cui c’è ragionevole consenso sulla loro polarizzazione.

La classifica di un sito internet come appartenente alla categoria di disinformazione, invece, viene fatta per consenso giornalistico e di audizioni parlamentari, che riconosce numerosi episodi. Non è forse un metodo “a prova di bomba”, ma è sicuramente un metodo discretamente preciso.

In questo caso le informazioni sui principali siti sono prese dalle seguenti fonti:

Altri siti potrebbero avere una connotazione fluida tra “quotidiani” e “news polarizzate”: dove questo è accaduto si è preferito dare l’accezione più positiva di “quotidiani”.

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