Dopo Bologna, l’Italia – le nuove «Sardine», da Modena a Perugia

Da un invito Facebook di quattro giovani a una piazza gremita da 15 mila persone: la genesi delle «sardine» di Bologna, protesta apartitica ma opposta alla Lega, ha fatto rumore. Il neonato movimento muove i primi passi, almeno nelle intenzioni social, preparandosi ad accogliere Matteo Salvini a Modena e a Perugia.


Mattia Santori, Andrea Garreffa, Giulia Trappoloni e Roberto Morotti, i fondatori dell’iniziativa bolognese, hanno chiamato i loro concittadini a «fare le sardine» sul crescentone di Piazza Maggiore, che può ospitare fino a 6.000 persone («belle strette, ma di questi tempi è meglio stringersi che perdersi»), per dare voce all’alternativa alla presenza di Salvini e della Lega a Bologna – il leader era al PalaDozza per supportare la campagna elettorale di Lucia Borgonzoni.


Lunedì 18 toccherà a Modena, seconda tappa della coppia Salvini/Borgonzoni. Anche questa volta il coinvolgimento dei cittadini e la scelta del luogo di aggregazione sono stati veicolati esclusivamente sui social, con la medesima raccomandazione: «Non portare bandiere o simboli di partito». Il fulcro di tutto rimane 6000sardine, la pagina Facebook di riferimento del primo flash mob di Bologna.

Gli organizzatori hanno deciso di riunirsi in Piazza Mazzini alle 19, davanti alla Sinagoga: «È un luogo simbolo», spiegano, dopo che la Lega nazionale e «anche la Lega Modena, in consiglio comunale, ha scelto di non rendere omaggio a Liliana Segre».

Si muove anche l’Umbria, per canali indipendenti e con numeri meno ottimisti rispetto alla controparte emiliana. L’arrivo di Salvini a Perugia è previsto sabato 23, e il gruppo Facebook «6.000 Sardine Umbria» invita ad occupare Piazza Italia alle 17. Anche in questo caso la scelta del posto non è casuale: la piazza è stata usata da Salvini per lanciare Donatella Tesei alla Regione, e il leader della Lega sta facendo ritorno proprio per battezzare la prima giunta a maggioranza leghista.

L’evento sui social non sembra essere direttamente legato al movimento bolognese, ma uno dei fondatori – Matteo Sartori, citato da Quotidiano.net – avrebbe confermato che «altre città» hanno già contattato il gruppo originale.

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