Tragedia di Rigopiano, archiviate le accuse contro i 22 indagati. Il padre di una vittima: «Presi in giro dalla giustizia»

Secondo il gip, i risultati delle indagini «non permettono di sostenere l’accusa in giudizio»

Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, ha disposto l’archiviazione di 22 indagati nell’inchiesta madre sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), avvenuto il 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse il resort provocando la morte di 29 persone. «Non si ritiene che gli elementi investigativi indicati negli atti di opposizione (in quanto irrilevanti) possano incidere sulle risultanze investigative, precise ed esaustive, raccolte dal pm – ha rilevato il gip – non potendo sminuire le considerazioni da questi assunte nella richiesta di archiviazione e condivise da questo giudice». «Pertanto – continua Colantonio – può affermarsi che le risultanze investigative non permettono di sostenere l’accusa in giudizio». A chiedere l’archiviazione erano stati il procuratore capo Massimiliano Serpi e il sostituto Andrea Papalia, alla quale richiesta si erano opposti alcuni legali dei familiari delle vittime.


Le archiviazioni

Il gip ha disposto l’archiviazione anche per gli ex governatori della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi. Escono dal processo anche gli assessori che si sono succeduti alla Protezione civile, Tommaso Ginoble, Daniela Stati, Mahmoud Srour, Gianfranco Giuliante e Mario Mazzocca. Archiviate anche le indagini sull’ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, la funzionaria della Protezione Civile Tiziana Caputi, l’ex vice presidente della Regione Abruzzo Enrico Paolini, l’ex direttore generale della Regione Abruzzo Cristina Gerardis. Archiviazione disposta anche per Giovanni Savini, direttore del Dipartimento di protezione civile per tre mesi nel 2014, per Silvio Liberatore, responsabile della sala operativa della Protezione civile, per Antonio Iovino, dirigente del servizio di Programmazione di attività della protezione civile, per Vittorio Di Biase, direttore del Dipartimento opere pubbliche fino al 2015, e per Vincenzino Lupi, responsabile del 118.


Archiviata anche la posizione di Daniela Acquaviva, funzionaria della Prefettura di Pescara nota per avere risposto telefonicamente al primo allarme lanciato telefonicamente dal ristoratore Quintino Marcella, la quale però resta imputata nel procedimento bis per depistaggio. Archiviazione, soltanto per alcune ipotesi di reato, anche per l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, per Andrea Marrone, consulente incaricato per adempiere le prescrizioni in materia di prevenzione infortuni, per Bruno Di Tommaso, legale responsabile della Gran Sasso Resort & Spa, e per Carlo Giovani, dirigente della Protezione civile.

Le reazioni

Tra i primi a esprimere tutta la sua rabbia per la decisione del gip è Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime: «Alla fine la colpa sarà di chi stava in hotel, di chi lavorava a Rigopiano e di chi c’è andato in vacanza. Il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione nei confronti dei funzionari della Regione e dei personaggi che ci hanno fatto credere che Stefano era vivo, uccidendolo due volte. L’archiviazione è un colpo che fa molto male. Per quanto riguarda me e la mia famiglia non ho parole, mi sento preso in giro dalla giustizia».

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