Ue, accordo sul clima: «Zero emissioni nette entro il 2050» – La bozza sul documento

Nella bozza si invita la Commissione Ue a riservare una «percentuale significativa» del prossimo quadro finanziario alle azioni per combattere i cambiamenti climatici

Dopo mesi di tentativi, il Consiglio europeo della settimana prossima potrebbe finalmente appoggiare l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica (zero emissioni nette) dell’Ue entro il 2050. È questo il traguardo stabilito nella prima bozza delle conclusioni del consiglio Ue. Il documento diventerà definitivo solo dopo essere stato negoziato tra i leader Ue il 12 e 13 dicembre prossimi.


Nella bozza di conclusioni – ottenuta da Ansa – si invita la Commissione europea a presentare, «dopo approfondita valutazione di impatto», una proposta per aumentare lo sforzo di riduzione delle emissioni per il 2030 e si sottolinea l’importanza di riservare una «percentuale significativa» del prossimo quadro finanziario pluriennale Ue alle azioni per combattere i cambiamenti climatici.


Non è la prima volta che i leader europei sono chiamati a esprimersi sull’obiettivo a lungo termine di azzerare le emissioni nette per fare dell’Ue la prima area del mondo climaticamente neutrale. Il target è contenuto nella strategia a lungo termine sul clima elaborata nel 2018 dalla Commissione europea, sempre alla ricerca dell’unanimità dei Paesi membri. Nel vertice Ue dello scorso giugno furono Ungheria, Polonia, Estonia e Repubblica Ceca ad opporsi a un accordo sul clima, anche se recentemente Tallin ha annunciato di avere ufficialmente cambiato idea.

Il dietrofront della Polonia

Significativo in questo frangente è stato il supporto di Varsavia e del partito Diritto e Giustizia. La Polonia – il più grande Paese tra gli oppositori alle emissioni zero – potrebbe infatti riconsiderare la sua posizione. Molto dipenderà, come chiarito in un documento fatto circolare dalla delegazione polacca nel vertice di ottobre, dalla consistenza del fondo per la transizione equa, destinato proprio ai Paesi (in primis la Polonia) e ai settori per cui raggiungere le emissioni zero sarà più difficile.

Ursula von der Leyen ha anticipato che si tratterà di un meccanismo di sostegno agli investimenti che ricorda il piano Juncker: fondi provenienti dal bilancio Ue e dalla Bei che consentiranno di attivare il cosiddetto “effetto leva” e mettere a disposizione almeno 100 miliardi per investimenti sul clima in sette anni.

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