Nave Gregoretti, Conte si smarca da Salvini: «Non ne abbiamo parlato in Consiglio dei ministri»

Salvini ha replicato su Twitter che la decisione fu presa collegialmente: «Avevo il dovere di difendere la sicurezza del mio Paese e l’ho fatto col consenso dei colleghi di governo».

«Abbiamo incardinato la procedura che riguarda il caso Gregoretti, abbiamo potuto visionare la domanda di autorizzazione a procedere e abbiamo fissato quattro convocazioni a gennaio. Si andrà sicuramente al voto il 20 gennaio» ha dichiarato Elvira Evangelista, capogruppo per il Movimento Cinque Stelle nella Giunta delle immunità parlamentari uscendo dalla prima riunione della Giunta sul caso della nave Gregoretti per il quale Salvini è indagato per sequestro di persona.


«Dando un’occhiata veloce alla memoria sicuramente possiamo dire che è un caso molto diverso dal quello di Diciotti, sembra non esserci un’azione collegiale nel preminente interesse nazionale. Infatti mancava un Consiglio dei ministri che avesse avuto all’ordine del giorno il caso Gregoretti» ha spiegato.


«Potrebbe anche essere che l’ex ministro Salvini, in questo caso, abbia agito con un’azione individuale e non con un atto politico. Vedremo meglio le carte e avremo modo di studiare» ha aggiunto. E infine: «Potrebbe cambiare l’esito rispetto al caso Diciotti e quindi l’autorizzazione a procedere».

Un modo neanche troppo velato per dire quello che la cronaca politica ha già spiegato: cambiata la maggioranza, il Movimento cinque stelle potrebbe votare in modo opposto a quanto fece sul caso Diciotti.

La nota di Palazzo Chigi

Per preparare la mossa che appare ormai scontata, agli atti palazzo Chigi ha messo una nota inviata l’11 ottobre al Tribunale dei ministri di Catania. Il segretario generale di Palazzo Chigi scrive: «La questione relativa alla vicenda della nave Gregoretti non figura all’ordine del giorno e non è stata oggetto di trattazione nell’ambito delle questioni varie ed eventuali nel citato Consiglio dei Ministri (31 luglio 2019, ndr), né in altri successivi».

Cosa dice il Tribunale dei ministri di Catania

Scrive il Tribunale dei ministri di Catania nella richiesta di autorizzazione a procedere al Senato per Matteo Salvini che il ministro dell’Interno «non può vietare l’ingresso, il transito o la sosta a naviglio militare o a navi in servizio governativo non commerciale».

«A differenza di quanto accaduto per la nave Diciotti, allorquando si innescò una controversia con Malta in ordine allo Stato obbligato a rilasciare il Pos (porto sicuro, ndr), nel caso Gregoretti è assolutamente pacifico che il coordinamento e la responsabilità primaria dell’intera operazione, seppure avviata in acque Sar maltesi, siano stati assunti dallo Stato italiano su esplicita richiesta di quello maltese» ha precisato il Tribunale dei ministri di Catania.

Lo Stato italiano, secondo i giudici, aveva «l’obbligo di concludere la procedura con il trasferimento dei migranti in un luogo sicuro»; invece «l’omessa indicazione del ‘place of safety’ (luogo sicuro, ndr) da parte del Dipartimento Immigrazione, dietro precise direttive del ministro degli Interni ha determinato una situazione di costrizione a bordo con limitazione della libertà di movimento dei migranti, integrante l’elemento oggettivo del reato ipotizzato».

Salvini ha replicato su Twitter che la decisione fu presa collegialmente: «Avevo il dovere di difendere la sicurezza del mio Paese e l’ho fatto col consenso dei colleghi di governo».

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