Afghanistan, rieletto il presidente Ashraf Ghani: chi è l’ex rettore che guiderà ancora il Paese

Le elezioni si sono svolte a settembre ma i risultati sono stati resi noti tre mesi dopo

A tre mesi dal voto in Afganistan, la commissione elettorale ha decretato la vittoria del presidente in carica Ashraf Ghani, che secondo i risultati preliminari avrebbe vinto con il 51% dei voti, contro il 40% del suo sfidante, il capo del governo, Abdullah Abdullah.


Affluenza bassa, violenze e paura

Le elezioni sono state segnate da un’affluenza molto bassa – solo 1,8 milioni i voti finali su un totale di circa 9,6 persone registrate (su una popolazione di 33 milioni) – e dalle accuse di frode elettorale – circa un milione del totale iniziale di circa 2,7 milioni sono stati esclusi a causa di irregolarità – oltre che dagli attacchi dei Talebani. Molta anche l’incertezza dovuta all’annuncio del ritiro di circa la metà delle truppe americane da parte di Donald Trump nel 2018 e all’esito incerto delle trattative tra gli Stati Uniti e i Talebani.


Nella settimana prima delle elezioni, sono morte più di 150 persone, secondo un calcolo effettuato da Al Jazeera, tra attacchi talebani, droni americani e raid delle forze governative afghane. Durante la giornata delle elezioni presidenziali – il 28 settembre – cinque persone erano rimaste uccise e 37 ferite in 68 attacchi compiuti dai talebani contro i seggi in tutto il Paese. Nel caso in cui nessuno dei due candidati avesse ottenuto una maggioranza di preferenze, le elezioni sarebbero passate al secondo turno. Adesso i candidati hanno la possibilità di presentare ricorso prima dell’annuncio definitivo del risultati.

Chi è Ashraf Ghani

Eletto presidente dell’Afghanistan nel 2014, Ghani ha servito in precedenza come ministro delle Finanze nel Governo di Hamid Karzai, dopo essere arrivato quarto nelle elezioni presidenziali del 2009 – vinte da Karzai – alle spalle anche di Abdullah Abdullah. Economista e antropologo, Ghani è stato rettore dell’Università di Kabul dopo aver insegnato in diversi istituti e atenei, tra cui la John Hopkins University negli Stati Uniti e dopo aver lavorato per la Banca Mondiale.

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