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Regionali in Emilia-Romagna e Calabria, i mal di pancia nel centrodestra e nel Pd a poche ore dalla chiusura delle liste

26 Dicembre 2019 - 09:39 Redazione
A poche ore dal ritiro di Oliveiro, presidente uscente dei dem in Calabria, il centrodestra non ha ancora trovato la quadra per correre unito. In Emilia-Romagna, Bonaccini, anche lui presidente Pd uscente e leggermente favorito nei sondaggi, spera nel voto disgiunto degli elettori 5 stelle

È iniziato il conto alla rovescia per le elezioni regionali in Calabria e in Emilia-Romagna: non per conoscere chi saranno i prossimi presidenti – alle votazioni manca un mese esatto -. ma per sapere i nomi definitivi che si sfideranno nella tornata elettorale.

Scadenza fissata a sabato 28 dicembre per la presentazione delle liste. E se in Emilia-Romagna la sfida si giocherà tra Stefano Bonaccini del centrosinistra e Lucia Borgonzoni del centrodestra, alcune variabili possono mischiare le carte. Più nebulosa la situazione in Calabria, dove il ritiro del Dem Oliverio potrebbe far cambiare la coalizione al fotofinish.

Calabria

C’è voluto il ritiro – e la rinuncia dei forzisti – alla candidatura di Mario Occhiuto per riunire il centrodestra calabrese. Il sindaco di Cosenza non era gradito alla Lega a causa di alcune vicende giudiziarie a lui collegate. Il centrodestra si è riunito così attorno al nome di Jole Santelli, sempre Forza Italia.

Pare che la soluzione al rebus l’abbia trovata anche il centrosinistra: finché Mario Oliverio, il governatore uscente, non ha ritirato la candidatura – anche a lui gli si chiedeva un passo indietro per alcune vicende giudiziarie -. la situazione nel Pd assomigliava a una bomba a orologeria. Adesso il centrosinistra ha fatto cerchio intorno a Pippo Callipo, il quale dovrebbe essere sostenuto da 5-6 liste.

Il Movimento 5 stelle, dopo il voto su Rousseau, ha deciso che il candidato sarebbe stato Francesco Aiello. Una nomina azzoppata a causa della scoperta di una porzione della sua abitazione costruita abusivamente. Aiello, professore universitario, ha ottenuto il 53% delle preferenze su Rousseau e il Movimento correrà da solo, senza replicare l’esperimento umbro di alleanza con il Pd.

Emilia-Romagna

Meno incertezze, ma più fibrillazione: la “regione rossa” rischia di essere sottratta da Matteo Salvini. Il segretario della Lega, in campagna elettorale da quasi due mesi nelle città emiliane, ha candidato – con qualche dissapore per gli alleati – Lucia Borgonzoni.

Stefano Bonaccini, presidente uscente dell’Emilia-Romagna, parte in leggero vantaggio: il candidato del Pd potrà contare sull’appoggio di Italia in comune del sindaco di Parma Pizzarotti, di Italia Viva e della della lista di sinistra Emilia-Romagna coraggiosa.

Mancherà anche qui, come in Calabria, il supporto dei 5 stelle per fermare l’avanzata del centrodestra. Dopo la scottante sconfitta in Umbria e la conseguente consultazione su Rousseau, il M5s ha scelto di candidare l’imprenditore Simone Benini, già consigliere comunale a Forlì. Bonaccini spera nel voto disgiunto a favore del suo nome, consentito dalle legge elettorale regionale.

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