Tragedia corso Francia, l’interrogatorio di Pietro Genovese: «Sono sconvolto e devastato»

I suoi legali: «Genovese non è il killer che è stato descritto e merita rispetto e comprensione come le famiglie delle due ragazze»

Si è concluso poco dopo le 15.30 l’interrogatorio di Pietro Genovese, accusato di duplice omicidio stradale per il doppio investimento di Corso Francia. Il giovane ventenne, vestito di nero, è uscito dalla stanza dell’interrogatorio col viso molto provato. «Sono sconvolto e devastato per quello che è successo». Così avrebbe detto , secondo quanto riferiscono i suoi difensori. Nel collegio difensivo oltre a Gianluca Tognozzi c’è ora anche il professor Franco Coppi, considerato tra gli avvocati più in vista di Roma. Genovese aveva anticipato la volontà di rispondere alle domande della gip Bernadette Nicotra. La stessa che subito dopo Natale ha ordinato per lui gli arresti domiciliari. Secondo le ricostruzioni della procura, Genovese la sera del 21 dicembre si è messo al volante con un tasso alcolemico nel sangue di 1,4 e dunque guidava in modo imprudente anche se le vittime della tragedia, le sedicenni Gaia e Camilla, avrebbero attraversato con estrema imprudenza, scavalcando un guardrail (stando sempre alla ricostruzione accreditata dal gip).


I difensori: «Non è un killer, merita rispetto»

«Questa è una tragedia per tutte e tre le famiglie coinvolte. Pietro Genovese non è il killer che è stato descritto e merita rispetto e comprensione come le famiglie delle due ragazze». Dicono gli avvocati Gianluca Tognozzi e Franco Coppi. «Il nostro assistito ha risposto alle domande del giudice, – hanno aggiunto i legali – ma sul contenuto dell’atto istruttorio manteniamo il più stretto riserbo». «Al momento – hanno detto ancora – non abbiamo presentato alcuna istanza di attenuazione della misura cautelare. Rifletteremo anche su un possibile ricorso al Riesame».

In copertina l’avvocato Franco Coppi esce dal tribunale di Roma, a piazzale Clodio, dopo l’interrogatorio di Pietro Genovese suo assistito, Roma 02 gennaio 2020. ANSA / Massimo Percossi

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