Clementino inneggia alla marijuana durante un concerto e il Comune gli sospende il cachet

Dal lancio di filtri e cartine dal palco alla frase «Guagliù vi benedico in nome della canna». Ma lui nega tutto

È bufera sul concerto di Clementino, tenutosi la notte di San Silvestro, davanti a più di 10 mila persone, in piazza Diaz a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Questa la frase incriminata, che il rapper avrebbe pronunciato dal palco e che gli è costata la sospensione del cachet per la serata di Capodanno: «Guagliù vi benedico in nome della canna»


E c’è di più: avrebbe lanciato persino dei gadget con filtri e cartine secondo gli agenti del commissariato di polizia che, ipotizzando un’istigazione all’uso di stupefacenti, hanno trasmesso gli atti ai magistrati. Al momento non ci sono inchieste aperte: dunque nessun indagato.


La replica del rapper

Clementino nega tutto. Sulla frase pronunciata dal palco spiega: «C’è una mia canzone che inizia così, non ho inneggiato a nulla». Sui gadget, invece, replica: «Erano portachiavi con le mie canzoni, ci sono io vestito da Pulcinella o da San Gennaro, ne ho tanti a casa». E ancora: «Come tutti  i rapper sono favore della legalizzazione delle droghe leggere. Sono anni che mi batto contro le mafie che fanno profitti sulla droga e sulla Terra dei Fuochi. Perché non si combattono i veri criminali?» si domanda il rapper che inizia a pensare a «un attacco politico degli avversari del sindaco per creare problemi al Comune».

Cosa dice il sindaco di Nocera Inferiore

L’evento, infatti, era organizzato dal comune di Nocera Inferiore. Intanto il sindaco Manlio Torquato, pur annunciando la sospensione del cachet dell’artista in attesa «che la polizia verifichi se c’è reato», non attacca Clementino. Anzi. «Di Clementino conosciamo la musica “che spacca” ma anche i messaggi contro camorra, droga (quella pesante), spaccio e le oscene paranze criminali delle periferie partenopee» scrive. Il primo cittadino di Nocera Inferiore, in un post su Facebook, punta il dito contro le contraddizioni di «una legge che resta in vigore a pezzi, disorientata in parte dalle sentenze più recenti che, certo non istigano al consumo, però consentono quel che fino a poco fa era proibito» e «di uno Stato che prende le tasse sulle sigarette, ma mette sui pacchetti la “testa di morte”; che tassa gli alcolici, ma ne consente la continua pubblicità; che incita alle condotte morali, ma autorizza “bingo” e scommesse varie, sfascia famiglie e dilapida patrimoni anche qui, con tassa di Stato».

Foto in copertina: Clementino | pagina Facebook

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