Elezioni in Emilia Romagna, il sondaggio social di Borgonzoni è un boomerang: Bonaccini stravince

La candidata del centrodestra ha lanciato un sondaggio sui propri canali social, ma non è andato nel modo sperato: circa il quadruplo degli utenti ha preferito Bonaccini

«Basta Pd! In Emilia-Romagna il 26 gennaio chi scegli?». A lanciare il sondaggio social è la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lucia Borgonzoni, che ha invitato il pubblico di Facebook a scegliere tra due coppie: quella del «passato» – formata dal governatore uscente Stefano Bonaccini insieme al segretario del Pd Nicola Zingaretti – e quella del «futuro» – formata da Borgonzoni al fianco del leader della Lega Matteo Salvini. 


Gli utenti possono (poiché il sondaggio è ancora attivo, ndr) rispondere con l’emoji dalla “faccia arrabbiata” per esprimere la loro preferenza per il candidato dem Stefano Bonaccini, oppure cliccare “like” per un nuovo futuro leghista nella storica roccaforte rossa.


Ma come già accaduto in altre occasioni ad altri esponenti politici che si sono avventurati in simili sondaggi social, le cose per la candidata della Lega alle elezioni regionali del 2020 non sono andate nel modo sperato, almeno sino ad ora. Perché grazie al tam tam social di alcune pagine satiriche, i voti espressi tramite Facebook sono andati in grande maggioranza a Bonaccini, lasciando così Borgonzoni a bocca semi-asciutta.

I risultati del sondaggio boomerang di Borgonzoni

Al momento, infatti il candidato supportato dal centrosinistra Stefano Bonaccini (affiancato da Zingaretti) ha raccolto oltre 26mila preferenze, mentre Borgonzoni (affiancata da Matteo Salvini) si attesta a circa un quarto dei voti dell’avversario elettorale, totalizzando quasi 7mila voti. 

I risultati al sondaggio lanciato da Lucia Borgonzoni (ultimo aggiornamento 22:12 del 15/01/2020)

Di certo, non si tratta di un sondaggio che ha pretese di fondatezza e veridicità su quelle che saranno le scelte dell’elettorato emiliano-romagnolo (anche perché i sondaggi sono vietati dalla legge a ridosso delle due settimane prima della data delle elezioni, ndr).

Ma questa “iniziativa” dimostra nuovamente come l’arma dei sondaggi pubblicati dai politici sui propri profili social per ricercare presunte conferme alle proprie convinzioni o per tentativi disperati di campagna elettorale rischiano spesso di trasformarsi in un boomerang. 

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