La Commissione di Palazzo Madama dà il via libera per far votare al Senato i 18enni

«Si supera la paradossale e ormai anacronistica esistenza di un ramo del Parlamento dotato degli stessi poteri dell’altro ma non eletto a suffragio universale»

«Anche i 18enni potranno votare per il Senato e anche i 25enni potranno essere eletti senatori». È quanto prevede l’emendamento alla riforma costituzionale approvato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato a prima firma di Dario Parrini del Partito democratico. Si equiparerebbero in questo modo i requisiti di voto e candidabilità per Montecitorio e palazzo Madama. Oggi infatti per votare al Senato bisogna avere compiuto 25 anni. L’età minima richiesta per la candidatura – e quindi un’eventuale elezione – alla Camera Alta è di 40 anni. L’iter della riforma costituzionale ha già visto un voto favorevole della Camera la scorsa estate, all’alba della crisi di governo dell’esecutivo gialloverde innescata dall’allora vicepremier Matteo Salvini. «Si tratta di una riforma epocale», dice il senatore Parrini. «Si supera la paradossale e ormai anacronistica esistenza di un ramo del Parlamento dotato degli stessi poteri dell’altro, ma non eletto a suffragio universale. Il provvedimento andrà al più presto in Aula», assicura.


In copertina l’aula del Senato nel giorno dell’informativa di Luigi Di Maio, ministro degli Affari Esteri, sullo scenario internazionale, con particolare riferimento alla situazione in Iran, Iraq e Libia, Roma, 15 gennaio 2020. ANSA/Riccardo Antimiani


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