Brexit, il Regno Unito è fuori dall’Ue, l’addio di Boris Johnson: «È l’alba di una nuova era: non è la fine, ma un nuovo inizio» – Il video

Ha evitato i canali di comunicazione tradizionali e ha scelto di parlare alla Nazione in un video pubblicato sui social network

A due ore dall’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Unione Europea, Boris Johson ha parlato alla Nazione, in un video di poco più di tre minuti pubblicato sui social, e non mandato in onda, come di consueto per le comunicazioni ufficiali, sulla Bbc. «La strada dell’Ue non era più la nostra strada – ha detto il premier Johnson – Stanotte lasciamo l’Ue: per molte persone è un momento di meravigliosa speranza». «Questa non è la fine – ha assicurato il primo ministro britannico – ma un nuovo inizio. È l’alba di una nuova era. È il momento in cui sorge il sole, dobbiamo riprenderci la sovranità, vogliamo i porti liberi e controllare l’immigrazione». Intanto per le strade del Regno Unito sono scese centinaia di persone. Ancora una volta il Paese è diviso tra chi festeggia l’uscita, i pro Brexit, e chi invece ha colto quest’ultima occasione per opporsi.


Stracolma la spianata di fronte a Westminster dove sono riuniti i sostenitori del divorzio del Regno Unito dall’Ue. La folla ha intonato a squarciagola “Land of Hope and Glory (Terra di Speranza e di Gloria)”, popolare inno patriottico britannico del 1902. Molti gli applausi al messaggio rilasciato per il Brexit Day dal premier Boris Johnson e proiettato su un grande schermo. «Un momento incredibile», così Nigel Farage, leader del Brexit Party, arringando stasera la folla riunita a Londra a Westminster Square per celebrare l’uscita del Regno Unito dall’Ue a tre anni e mezzo dal referendum del giugno 2016. «Per tutti questi anni – ha tuonato un Farage – l’intero establishment ha sostenuto la permanenza nell’Ue e siamo stati io e pochi altri, con l’appoggio di queste migliaia di persone, semplici attivisti, a imporre la questione Brexit sul tavolo». «Siamo stati noi – ha rivendicato – a terrorizzare (l’ex premier conservatore) David Cameron fino a concederci il referendum e siamo andati avanti fino alla vittoria».


Il governo Tory ha preferito tenersi a distanza dalla piazza, con una celebrazione in toni più bassi offerta da Johnson nel chiuso di Downing Street e con il cancelliere dello Scacchiere che ha messo in guardia dal “trionfalismo”. Lo scorso 29 gennaio, a due giorni dall’addio, era arrivato l’ultimo ok all’uscita da parte del Parlamento europeo che aveva approvato l’accordo raggiunto tra Johnson e Ue. Un accordo che in precedenza aveva già concluso l’iter di ratifica parlamentare in Gran Bretagna ed era stato firmato dalla Regina Elisabetta. «Questa partenza è uno shock che ci deve far riflettere», ha detto Emmanuel Macron. Il dado è tratto, il divorzio è avvenuto.

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