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Treno deragliato a Lodi, salgono a 18 gli indagati: c’è anche l’ad di Rfi Gentile

20 Febbraio 2020 - 22:29 Redazione
Nel registro degli indagati era già finito l'ad di Alstom. Tutti i soggetti sono indagati per omicidio e lesioni colpose e disastro ferroviario

Si aggiungono 11 nuovi indagati nell’inchiesta della procura di Lodi sul deragliamento del Frecciarossa, nel quale lo scorso 6 febbraio sono morti due macchinisti, mentre 31 persone sono rimaste ferite. Come annunciato dal procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, l’indagine coinvolge ora sei dipendenti di Alstom ferroviaria e cinque di Rfi, tra i quali anche l’amministratore delegato Maurizio Gentile, secondo quanto riporta Repubblica. «Gli indagati sono in parte dipendenti della società che gestisce la rete ferroviaria – ha detto il procuratore – e in parte di quella che risulta aver prodotto il pezzo risultato, all’apparenza, difettoso»

Iscritta nel registro degli indagati anche l’azienda Alstom, oltre all’ad, cioè la società che ha prodotto l’attuatore numero 5, quello avrebbe fatto deragliare il convoglio. A oggi, quindi, per il deragliamento del treno risultano indagate 18 persone e due società a vario titolo per omicidio e lesioni colpose e disastro ferroviario. «Le nuove iscrizioni – ha detto Chiaro – sono conseguenza degli accertamenti svolti, a ritmo serrato, negli ultimi giorni con grande impegno di questa procura e dei rispettivi consulenti di parte di tutte le persone nei confronti delle quali sono allo stato ipotizzabili eventuali responsabilità».

Dopo il primo sopralluogo dei consulenti del 12 febbraio scorso, gli accertamenti sul posto erano stati sospesi per ragioni di sicurezza connesse alle operazioni di rimozione del convoglio e al ripristino dei luoghi oggetto del dissequestro parziale. «Gli accertamenti dei consulenti incaricati – ha spiegato il procuratore – continueranno, salvo imprevisti di natura tecnica, fino al massimo domenica, in modo tale da rendere possibile, già in serata, il dissequestro totale dell’area e la conseguente piena ripresa della circolazione ferroviaria. Ciò consentirà di far cessare il gravoso impegno della polizia ferroviaria che sta garantendo la sorveglianza a vista del punto zero dell’incidente».

Così la Procura di Lodi, ha detto Chiaro, «ritiene di aver coniugato nel miglior modo possibile le esigenze di celerità connesse all’utilizzo dell’infrastruttura di importanza vitale per il Paese con quelle imposte dalle esigenze di un puntuale accertamento delle responsabilità che sia anche rispettoso delle garanzie difensive». Alstom, nei giorni scorsi, aveva sottolineato che «l’installazione e la manutenzione degli scambi viene effettuata dal cliente finale», mentre Rfi ha più volte confermato «di essere in fiduciosa attesa dell’esito delle indagini».

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