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Coronavirus, le regole del Viminale per i poliziotti: «Evitate stanze affollate». In arrivo mascherine e guanti per le pattuglie

22 Febbraio 2020 - 16:48 Alessandro Parodi
Il funzionario medico della Polizia di Stato anche in assenza di sintomi di malattia» può «adottare nei confronti del personale che abbia avuto contatti a rischio, anche solo sospetti, provvedimenti medico-legali di temporanea astensione dall'attività lavorativa, al termine dei quali, per il rientro in servizio, formulerà il relativo giudizio di idoneità»

La direzione centrale Sanità del ministero dell’Interno, dipartimento Pubblica Sicurezza, ha previsto nuove, ulteriori disposizioni, dopo quelle emanate il 24 gennaio e il 1° febbraio, per la gestione dell’emergenza coronoavirus «in considerazione della diffusione dell’infezione in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio».

Si tratta di «misure precauzionali possibili di prevenzione e protezione del personale, nei diversi contesti di operatività, anche tenuto conto dei compiti istituzionali e dell’esigenza di garantire la massima tutela della popolazione delle comunità interessate» di cui si forniscono «più dettagliate informazioni e indicazioni».

Nello specifico, per quanto riguarda i comportamenti da adottare da parte degli operatori della Polizia di Stato la nota, di cui si prega di dare ampia diffusione, sottolinea l’importanza dei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) «anche in considerazione della attuale difficoltà degli stessi», che dovranno essere resi disponibili «in base a diversi e potenziali profili di esposizione per il personale che svolge servizi operativi o che comportano l’esposizione diretta al rischio di contagio, come nel caso di servizi ad immediato contatto con il pubblico».

Si raccomanda inoltre di evitare il sovraffollamento degli uffici per il ricevimento del pubblico e di assicurare la frequente areazione degli stessi, oltre che curare che venga effettuata, dalle ditte incaricate «un’accurata pulizia e disinfezione degli ambienti e delle superfici con comune candeggina». Dove non esistono agli sportelli vetri di protezione si invita gli operatori a «mantenere un’adeguata distanza di 1,5 metri dall’utente».

In casa di sintomi collegabili al coronavirus, anche per le forze dell’ordine, così come per i comuni cittadini si invita a non fare ricorso al Pronto Soccorso, ma di contattare il 112 o il numero verde 1500 del Ministero della Salute. I medici in servizio presso gli Enti e i Reparti, fra le altre cose sono invitati a sconsigliare il personale a intraprendere viaggi, se non strettamente necessari.

Il ministero ritiene inoltre «opportuno dare indicazioni di limitare, per quanto possibile, le occasioni che comportino condizioni di permanenza di più persone in ambiti circoscritti, quali attività addestrative ed esercitative, convegni, etc». In personale addetto al controllo del territorio, qualora entri in contatto con «soggetti non immediatamente identificabili» sarà dotato dei «DPI previsti (guanti e maschera facciale FFFP3)».

Infine, «nel principio di massima precauzione, in rapporto all’evoluzione dell’epidemiologia, il funzionario medico della Polizia di Stato anche in assenza di sintomi di malattia» può «adottare nei confronti del personale che abbia avuto contatti a rischio, anche solo sospetti, provvedimenti medico-legali di temporanea astensione dall’attività lavorativa, al termine dei quali, per il rientro in servizio, formulerà il relativo giudizio di idoneità».

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