Calenda: «Renzi non è uno serio». Azione prepara alleanze alle Regionali con il Pd

Quello del leader di Italia Viva è «un modo di fare
politica incoerente, di un tatticismo debole e sconclusionato»

«Il modo di Renzi di stare nel governo dopo averlo promosso, bombardandolo tutti i giorni, è un comportamento che esclude un’alleanza politica. Da subito sono stato contrario al governo giallo-rosso, che funziona male e fa crescere la destra. Ma essere coerenti, trasparenti è per noi un requisito fondamentale. Su questo non c’è sintonia. Non ci siamo più visti, né sentiti», Carlo Calenda, fondatore di Azione, esclude a priori alleanze con Matteo Renzi per le elezioni regionali di primavera. «Io non sto procedendo con Renzi da nessuna parte, né a livello nazionale, né regionale – dichiara in un’intervista a la Repubblica -. Spero di procedere insieme a tutto il centrosinistra unito».


Calenda rimprovera al leader di Italia Viva di essere incoerente: «Renzi non lo sapeva quando ha fatto il governo con i 5Stelle che all’orizzonte c’era la riforma Bonafede? E perché non ha posto la questione in quel momento? Lo stesso vale per il reddito di cittadinanza, che vuole adesso abolire dopo averlo confermato in Finanziaria. Per non parlare del disastro Ilva a cui ha partecipato. È un modo di fare politica incoerente, di un tatticismo debole e sconclusionato». L’ex ministro dello sviluppo economico non è morbido nemmeno con il Partito democratico.


«Stiamo parlando di alleanza con il Pd alle regionali, se i candidati sono quelli giusti, perché non ci sono i 5Stelle. Ma la strategia dem di intesa politica nazionale con i grillini, di subalternità ai loro temi, allontana il nostro progetto che è quello di un movimento che rappresenti l’alternativa al populismo di Grillo come al sovranismo di Salvini», afferma Calenda, confermando che appoggerà i candidati del Pd in Toscana, Marche, Veneto, Liguria e, se Emiliano fa un passo indietro, in Puglia. «In Puglia non possiamo sostenere chi ha votato contro tutti i provvedimenti dei governi di centrosinistra, e fatto disastri dalla xylella alla Tap. Mentre se i dem scegliessero un candidato diverso, come Dario Stefàno ad esempio, avrebbero il nostro appoggio»

E riguardo alle alleanze nelle quattro regioni del Centro-Nord, «appoggeremo in Veneto Arturo Lorenzoni. Non è forse il profilo che avremmo suggerito, ma è una persona perbene che viene dalla società civile e non ha fatto intese con i 5Stelle. Ci sono quindi tutti gli elementi per non spaccare il centrosinistra. Come del resto abbiamo già fatto in Emilia Romagna sostenendo Stefano Bonaccini. Insieme saremo anche in Toscana. E nelle Marche stiamo valutando l’alleanza con il Pd su una figura di qualità, dopo il ritiro di Valeria Mancinelli, la sindaca dem di Ancona, l’unica personalità che avrebbe potuto combattere veramente la battaglia per non perdere la Regione. Trovo sorprendente che il Pd non l’abbia sostenuta, ma anzi boicottata».

In un passaggio dell’intervista, il leader di Azione allontana la suggestione di molti che lo vedrebbero come candidato sindaco di Roma: «Per ora il partito assorbe ogni mia energia. Del resto il Pd non mi pare pronto a sostenere una figura non di partito, quale sarei io». Calenda conclude rimproverando il governo per la gestione dell’emergenza Coronavirus: «L’Italia andrà pesantemente in recessione quest’anno e il governo non sta facendo nulla. Sul coronavirus sono stati fatti molti sbagli, lasciando alle regioni troppo spazio e non predisponendo subito la quarantena per chi rientrava dalla Cina. Detto questo, sull’emergenza coronavirus le forze politiche devono essere vicine al Servizio sanitario, trascurato da anni. Perciò con Walter Ricciardi abbiamo presentato un piano sul Ssn come priorità assoluta di Azione».

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