Stai svolgendo un tirocinio extra-curriculare? Ecco cosa cambia con il coronavirus

Il futuro lavorativo di stagisti e tirocinanti è a discrezione delle Regioni che dovranno decidere una tra la sospensione, l’interruzione o il lavoro agile

Ormai è una gara tra le Regioni per sospendere o interrompere i tirocini extra-curriculari. Dopo la sospensione dell’attività didattica, degli esami e degli stage curriculari e, soprattutto, con la chiusura di molte aziende in seguito alle nuove disposizioni anti-Coronavirus del Governo, diventa difficile per le aziende e per i datori di lavoro portare avanti anche le attività di formazione. Un peccato, visto che il numero di tirocini è in crescita del 53,95%, come rilevano gli ultimi dati Istat del 9 marzo: è passato dai 227mila del 2014 ai 349 mila nel 2018.


L’ultima Regione ad aver annunciato la sospensione è stata la Puglia, «fino a nuova comunicazione», ha dichiarato l’assessore all’Istruzione Sebastian Leo citando l’emergenza sanitaria. Prima ancora è stato il turno della Sardegna – «finché l’epidemia non verrà superata» ha dichiarato l’assessore Alessandra Zedda – della Sicilia, fino al 6 aprile, della Campania fino al 3 aprile e così ancora quasi tutte. A mancare all’appello sono solo alcune Regioni, come la Valle d’Aosta e la Lombardia, principali focolai dell’epidemia. 


L’anomalia Lombarda: si va avanti grazie allo smart working 

Ma si tratta appunto di una decisione a discrezione delle singole Regioni. Esistono delle linee guida nazionali che chiedono di applicare la sospensione dei tirocini nei periodi di chiusura aziendale di almeno 15 giorni e che permettono l’interruzione nel caso sia impossibile conseguire gli obiettivi formativi, mentre non esiste una linea comune che impone alle aziende in tutto il paese di sospendere o interrompere i tirocini.

O di utilizzare lo smart working, come ha fatto ad esempio la Regione Lombardia che ha previsto, oltre alla sospensione in caso di chiusura aziendale di almeno 15 giorni, anche la possibilità di equiparare l’assenza dal lavoro ad un’assenza da malattia lunga o da infortunio e, infine, anche il ricorso al lavoro agile o da remoto. 

La Regione Lombardia non è l’unica ad aver preso questa decisione, anche il Veneto ha chiesto ai datori di lavoro di scegliere tra interruzione, sospensione e prosecuzione a distanza del tirocinio extracurriculare. Una decisione che si configura come anomala perché la legge n. 81 del 2017 che disciplina il lavoro agile in Italia, non dovrebbe applicarsi anche a questo tipo di tirocinio, dato che non si tratta di un contratto di lavoro subordinato. Una normativa che trova una sua giustificazione logica nel fatto che lo smart working rende molto difficile l’attività di tutoraggio, fondamentale alla formazione di un tirocinante. Ma a casi estremi, remoti rimedi. 

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Foto di copertina: bruce mars on Unsplash