Coronavirus. Test animali bypassati negli Stati Uniti per la ricerca di un vaccino? No! Facciamo chiarezza

Sul tema dei test sugli animali c’è sempre dibattito, ma senza sarebbe difficile trovare un vaccino contro il Covid-19

Tra parlamentari si è acceso un forte dibattito sul tema della ricerca sugli animali per l’individuazione di un vaccino contro il nuovo Coronavirus. Ne aveva parlato la Sen. Elena Cattaneo in un articolo pubblicato il 18 marzo 2020 su Il Messaggero:

La ricerca di una cura contro il virus SARS-CoV-2 passa necessariamente dalla sperimentazione animale per capire la patogenesi dell’infezione nell’uomo, l’efficacia dei trattamenti antivirali e gli eventuali effetti collaterali, o lo sviluppo dei vaccini. Non esistono, né sono concepibili, vie “alternative”. In poche settimane si è fatto molto.

Dichiarazioni che non hanno trovato accordo in alcune aree del parlamento che vedono nella ricerca sugli animali un problema piuttosto che una soluzione. La Sen. Cattaneo, di fronte a queste critiche, ha risposto tramite una lettera inviata ai propri colleghi.

Negli USA la sperimentazione umana bypassando quella animale

Secondo l’On. Doriana Sarli negli Stati Uniti ci sarebbe un primo trial di sperimentazione umana per il vaccino contro il Sars-cov-2 che bypassa i test animali. Tuttavia, precisa la Sen. Cattaneo, lo studio dell’azienda Moderna Therapeutics di Seattle non ha affatto bypassato i test animali:

Moderna Therapeutics – impegnata a studiare un potenziale vaccino a base di RNA, chiamato mRNA1273 – non ha mai prodotto, neppure in tempi ordinari, un singolo vaccino immesso poi sul mercato.

Non corrisponde al vero che la molecola in studio da Moderna Therapeutics bypassi la sperimentazione animale, poiché l’azienda opera in sinergia col National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) che ha avviato in parallelo test su modelli murini (topi) e su primati non umani con la molecola; è anzi non solo dominio di ogni comunicazione scientifica specializzata, ma anche pubblicamente accertabile che la sperimentazione clinica con mRNA1273 sia iniziata dopo la sua sperimentazione nei topi: la reazione anticorpale indotta nei topi trattati con mRNA1273 ha portato all’avvio della sperimentazione. Infine, come informa l’NIAID, lo studio di tale proposta vaccinale continuerà sia su topi che su primati non-umani, quindi la sperimentazione animale – come ovvio – non viene “bypassata” ma condotta in parallelo.

Non solo, sarebbe proprio grazie ai test su animali che si sono fatte scoperte sul nuovo coronavirus:

Non solo: Moderna Therapeutics utilizza come bersaglio per la sua strategia la proteina umana ACE2 in quanto si è scoperto che questa è la “porta di ingresso” del virus nelle nostre cellule. Tale scoperta la si deve alla sperimentazione su topi, grazie alla quale si è dimostrato che il topo diventa sensibile al virus solo se “si aggiunge” al suo organismo ACE2 umano. Il “topo con ACE2 umano” è quindi diventato un importante modello di malattia in quanto sviluppa aspetti delle polmoniti interstiziali simili a quelle che colpiscono l’uomo. Le evidenze sono pubblicamente disponibili e pubblicate su una infinità di riviste scientifiche.

C’è da precisare, purtroppo, che questo studio è ancora molto lontano dal trovare un vaccino contro il Covid-19:

La strategia di ricerca proposta da Moderna Therapeutics – come è normale che sia in questa fase e per ogni studio proposto, pur su basi teoriche razionali – non dà alcuna garanzia sul piano scientifico in quanto non è mai possibile prevedere in anticipo l’esito di uno studio ancora da svolgere. L’azienda stessa riporta che “non abbiamo testato in precedenza le nostre capacità di risposta rapida, e potremmo essere incapaci di produrre un vaccino che tratta il virus in modo efficace, se mai ci arriveremo”.

L’invito della Sen.Cattaneo ai colleghi

Nella sua lettera (che trovate qui integralmente) porge un caldo invito ai colleghi parlamentari sul trattare argomenti delicati come quelli scientifici, soprattutto durante l’emergenza coronavirus:

Peraltro, per chi in Parlamento (e non solo) da tempo si occupa di temi etici, potrebbe risultare inquietante un modello etico come quello proposto, in cui si sacrificano sicurezza ed efficacia, “sfruttando” (cosa è se non questo?) la disperazione di pazienti e familiari disposti a tutto pur di tentare una via di guarigione.

La lettera, lunga e ricca di spunti, riporta tutti gli articoli e informazioni scientifiche utili per comprendere la situazione e perché in questo momento non bisogna fornire giudizi affrettati, oggi e domani, sulla scienza.

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