Incendio al palazzo di Giustizia di Milano, ipotesi cortocircuito. Il pm Nobili: «Un bel disastro»

Le fiamme hanno coinvolto il settimo piano

Ci sono volute ore perché i vigili del fuoco riuscissero a domare l’incendio al palazzo di Giustizia di Milano, dove ora sono agibili solo i primi quattro piani, mentre sono chiusi gli altri fino al settimo, da dove sarebbero divampate le fiamme. Dopo il primo sopralluogo, il pm Alberto Nobili ha parlato di «un bel disastro», con gli uffici completamente distrutti della cancelleria centrale dei gip, oltre che le stanze della Dda e alcune sezioni civili.


Le fiamme sono divampate poco prima delle 6 questa mattina, in quel momento nel palazzo non c’era nessuno, a parte le guardie private agli ingressi. «È stato un danno importante», ha detto il presidente dell’ufficio gip Aurelio Barazzetta, che ha confermato come al momento dell’incendio negli ufficio non c’era nessuno, non solo per lo stop del fine del settimana, ma anche per le limitazioni alle attività degli uffici per l’emergenza Coronavirus.


Il corridoio in cui è scoppiato l’incendio si trova al settimo piano, vicino a un atrio dove c’è anche uno sportello informazioni. L’ipotesi del «fatto accidentale», quindi del cortocircuito, deriva anche dai diversi problemi che in passato hanno avuto i sistemi informativi del palazzo di Giustizia, spesso in sovraccarico, con numerosi blackout informatici che di recente hanno interessato proprio il settimo piano.

Foto copertina: Vigili del Fuoco

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