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Coronavirus. Ogni bene mobile e immobile potrà essere requisito grazie al decreto Cura Italia? No! Ecco cosa prevede

02 Aprile 2020 - 11:10 David Puente
Il testo riportato negli screenshot è incompleto e non riporta la spiegazione che smonta tutta la narrativa

Tra le segnalazioni pervenute oggi trattiamo quella riguardante un post Facebook che accusa il Governo Conte II di «rubare» (la parola è un’altra, ma la lasciamo nel quote sotto riportato) la proprietà privata dei cittadini italiani attraverso il Decreto «Cura Italia» approvato per affrontare l’emergenza Coronavirus:

SVEGLIAMOCI!!!!!!!!!!
Decreto “CURA ITALIA” del 31-01-2020.
Articolo 6.
Dietro tanti bei propositi e tante belle parole
CI STANNO FOTTENDO LA PROPRIETÀ PRIVATA..
E nessun POLITICANTE,neanche i cosiddetti SOVRANISTI all’apposizione si accorgono di ciò che sta accadendo..o forse fanno finta di non vedere..
QUANDO DICO CHE STANNO TUTTI DALLA STESSA PARTE E CONTRO IL POPOLO NON MI SBAGLIO.

Nel post Facebook troviamo due screenshot, il primo con la scritta «Governo sospende proprietà privata fino al 31 luglio: “Ogni bene mobile e immobile potrà essere requisito”» e la foto di Giuseppe Conte insieme al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni risalente all’incontro del 18 gennaio 2019. Non viene in alcun modo spiegato il collegamento tra la foto e le accuse fatte al Governo, ma di fatto l’immagine così costruita potrebbe alimentare i pregiudizi nei confronti della comunità ebraica e le teorie del complotto.

Nell’altro screenshot è presente un testo che riportiamo di seguito:

All’articolo 6 si legge che “fino al termine dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, il capo del Dipartimento della Protezione civile può disporre, anche su richiesta del commissario straordinario, la requisizione in uso o in proprietà da un soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico chirurgici, nonché di beni mobili di qualsiasi genere (…). Inoltre “il prefetto può disporre con decreto la requisizione di strutture alberghiere e di altri immobili per ospitare persone in sorveglianza sanitaria o in isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare”.

Che cosa dice il decreto?

Il testo riportato nello screenshot è incompleto, mancano alcuni punti utili per comprendere di che cosa stiamo parlando. Ecco quanto riportato all’articolo 6 comma 1 del Decreto:

1. Fino al termine dello stato di emergenza, dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, il Capo del Dipartimento della protezione civile puo’ disporre, nel limite delle risorse disponibili di cui al comma 10, anche su richiesta del Commissario straordinario di cui all’articolo 122, con proprio decreto, la requisizione in uso o in proprieta’, da ogni soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici, nonche’ di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti per fronteggiare la predetta emergenza sanitaria, anche per assicurare la fornitura delle strutture e degli equipaggiamenti alle aziende sanitarie o ospedaliere ubicate sul territorio nazionale, nonche’ per implementare il numero di posti letto specializzati nei reparti di ricovero dei pazienti affetti da detta patologia.

Dunque, l’obiettivo è quello di fornire la possibilità di requisire un bene a condizione che questa operazione venga svolta per fronteggiare l’emergenza sanitaria assicurando forniture utili alle aziende sanitarie e ospedaliere, non si tratta e non si può dire che sia un «capriccio» del Governo. Il comma 1 parla di beni mobili, mentre per i beni immobili bisogna leggere il comma 7 dell’articolo 6:

7. Nei casi in cui occorra disporre temporaneamente di beni immobili per far fronte ad improrogabili esigenze connesse con l’emergenza di cui al comma 1, il Prefetto, su proposta del Dipartimento della protezione civile e sentito il Dipartimento di prevenzione territorialmente competente, puo’ disporre, con proprio decreto, la requisizione in uso di strutture alberghiere, ovvero di altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneita’, per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, laddove tali misure non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata.

Nel testo diffuso nello screenshot non è specificata la tipologia di immobile considerata dal decreto. Infatti, si parla di «strutture alberghiere» e «altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneita’» utili ad ospitare più persone in sorveglianza sanitaria durante l’emergenza Coronavirus. Non solo, ciò che non viene detto attraverso gli screenshot e il post Facebook segnalato è il contenuto del comma 8 dell’articolo 6:

8. Contestualmente all’apprensione dell’immobile requisito ai sensi del comma 7, il Prefetto, avvalendosi delle risorse di cui al presente decreto, corrisponde al proprietario di detti beni una somma di denaro a titolo di indennita’ di requisizione

Il Governo, per questo tipo di operazioni, ha predisposto un tetto massimo di spesa per risarcire la requisizione temporanea degli immobili:

10. Per l’attuazione del presente articolo e’ autorizzata la spesa nel limite massimo di 150 milioni di euro per l’anno 2020, cui si provvede ai sensi dell’articolo18, comma 4.

Conclusioni

No, in nessun caso il Governo vi vuole «rubare» la proprietà privata per decreto e per smania di potere. Si tratta di un’operazione attuabile in caso di necessità e riguarda i beni utili per le aziende sanitarie e ospedali che stanno fronteggiando l’emergenza Coronavirus, infine si parla di eventuale requisizione di strutture alberghiere o simili idonee ad ospitare persone in stato di necessità sempre e solo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

La segnalazione giunta al numero Whatsapp 3518091911

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