I primi giorni di Disney +: un buon archivio che aspetta i contenuti originali


Difficilmente Disney avrebbe potuto scegliere un giorno migliore per il lancio della sua piattaforma di streaming in Italia. Il 24 marzo la compagnia fondata nel 1923 da Walt e Roy Disney ha dato un motivo in più al pubblico europeo per postare foto su Instagram con l’hashtag #iorestoacasa durante l’epidemia nata dal Coronavirus.
Dopo l’esordio negli Stati Uniti lo scorso novembre è arrivata in Italia Dinsey +, la piattaforma di streaming che raduna tutto il catalogo della casa di produzione.
Come funziona la nuova piattaforma Disney +
Anche noi l’abbiamo provata. Sette giorni sono gratis, poi si può scegliere un piano tarrifario: 6,99 euro al mese o 69,99 euro per tutto l’anno. Con un account si possono creare fino a sette profili diversi, così da avere preferenze o suggerimenti personalizzati. Da questi profili si possono guardare in contemporanea fino a quattro schermi.

Il numero massimo di dispositivi che è possibile registrare invece è dieci. Questa variabile, conosciuta da chi utilizza Sky Go, è una novità per chi è abituato a usare Netflix dove bastano account e password per accedere ovunque. Con Disney + si può effettuare il login su un massimo di dieci dispositivi tra pc, smart tv, smartphone e tablet. Arrivati a questo limite, per aggiungere un nuovo dispositivo bisogna sostituirlo a uno di quelli già registrati sull’account.
Archivio o competitor di Netflix e Amazon Prime?
Una volta aperto il proprio account (e scelta l’icona del personaggio Disney preferito) si arriva a un archivio molto vasto. Nel corso degli anni Diney ha acquistato parecchie aziende e case di produzione, creando un catalogo che va dagli Star Wars della Lucas Film agli Avengers della Marvel e i documentari di National Geographic, passando dai Simpson della Fox. (Sì, in un certo senso Lisa potrebbe essere diventata una principessa Disney).
Parecchi film quindi. E fra questi ci sono anche dei piccoli tesori come Steamboat Willie del 1928, il primo corto in cui appare Mickey Mouse, o Pomi d’ottone e manici di scopa, leggendario film a tecnica mista del 1971. Certo, mancano altre pellicole storiche invece mancano: come I racconti dello zio Tom del 1946 o alcune Silly Symphonies, una serie di cortometraggi prodotti tra il 1929 e il 1938.

Un archivio immenso, si diceva. Ma forse è proprio questo il limite della piattaforma, al momento: l’offerta è estremamente vasta e sicuramente i titoli presenti sono un ottimo richiamo per appassionati e nostalgici. Quello che la differenzia da Netflix e Amazon Prime è però proprio questo: ci sono poche novità che giustificano un abbonamento da rinnovare ogni mese.
Se Netflix infatti ha appena distribuito in Italia la quarta stagione della Casa di Carta e Amazon Prime cerca di giocarsi i suoi assi con Star Trek Picard e il reality Celebrity Hunted, Disney + punta sulla sua prima serie originale: The Mandalorian, ambientata nell’universo di Star Wars. Per la prima stagione il pubblico può contare su un episodio alla settimana di quaranta minuti.

I primi episodi, sono stati accolti molto bene da critica e pubblico. Bastano però gli occhioni di Baby Yoda per garantire il rinnovo mensile dell’abbonamento?
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