Il primo vero segno che la fase 2 dell’emergenza Coronavirus si sta avvicinando è la ripresa dello scontro tra i partiti. E dopo un periodo di sussurri, tornano le grida: nelle ore in cui l’opposizione batte il ferro caldo del Mes, costringendo il M5s e il premier Giuseppe Conte a ribadire che l’Italia non cede all’Europa sul Salva Stati – e il presidente del Consiglio ad attaccare frontalmente Matteo Salvini e Giorgia Meloni nella conferenza stampa in cui annuncia che il lockdown va avanti – una proposta del Partito Democratico solleva un nuovo polverone. Alla Camera dei deputati arriva l’idea dei dem di un “contributo di solidarietà” sui redditi superiori agli 80mila euro.
Un gettito «solidale» di un miliardo e trecento milioni annui
Ad anticiparla sono stati il capogruppo Graziano Delrio e il deputato Fabio Melilli, «in piena sintonia con il partito». La proposta, pensata per intervenire a sostegno delle «situazioni di povertà accentuate dall’emergenza», riguarderebbe il biennio 2020 e 2021. Lo scopo è quello di creare un gettito «solidale», dalla portata complessiva di «un miliardo e trecento milioni annui», ma che si applicherebbe secondo il principio di progressività. Per la fascia più bassa (e cioè a partire dagli 80mila euro) si tratterebbe di «alcune centinaia di euro», fino ad arrivare «ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione» .
«Appena approvato il Mes, ecco arrivare immediatamente la logica conseguenza: la patrimoniale e le tasse», scrive su Twitter il leghista Claudio Borghi.
April 10, 2020
Conte: «Patrimoniale? Non è all’orizzonte»
Durante l’attesa conferenza stampa del 10 aprile, Giuseppe Conte ha provato a spazzare via i primi cocci affermando che una patrimoniale «non è all’orizzonte». Delrio si è così affrettato a specificare che «parlare di patrimoniale è una gigantesca fake news». D’altronde, dice, il contributo di solidarietà è una misura pensata «anche dal governo di centrodestra nel 2010», ed è «sorprendente» vedere anche «certe opposizioni» da parte della maggioranza. Il riferimento vola immediato tra i banchi dei 5 stelle.
Crimi prende le distanze dal Pd
E infatti, la prospettiva di una “tassa” in tempi di emergenza ha fatto fiutare il pericolo agli alleati pentastellati di governo. Le tensioni tra Pd e M5s tornano così a fare capolino dopo un periodo di tregua, e la nuova linea di demarcazione la disegna proprio il capo politico Vito Crimi. «Il contributo di solidarietà proposto dal Pd è una loro iniziativa», dice, sottolineando la differenza tra loro, che con «garbo» e «spirito unitario» si sono tagliati gli stipendi, e i dem, che chiedono «sacrifici agli italiani». E torna a citare, come ai vecchi tempi, persino la Tav.
Tra i primi ad alzare la voce contro il contributo solidale dei “più ricchi” all’uscita dall’emergenza era stato il partito di Silvio Berlusconi, che sulla riduzione delle tasse ha costruito il suo impero politico. Giorgio Mulé, portavoce di Forza Italia sia alla Camera che al Senato, ha subito puntato il dito contro la «vecchia storia del contributo di solidarietà». In una nota ha definito i dem «incapaci di mettere soldi nelle tasche degli italiani per fronteggiare l’emergenza». Immediato anche il commento di Mariastella Gelmini, capogruppo FI alla Camera, che ha definito la mini patrimoniale una «Corona-tassa».
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